A Sepang in ricordo del Sic

A Sepang in ricordo del Sic
Giovanni Zamagni
Si torna in Malesia e, inevitabilmente, si fa fatica a parlare di moto. Tra lacrime e commozione bisogna pensare a correre: si potrebbero chiudere matematicamente i tre campionati | G. Zamagni
18 ottobre 2012

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Non è un GP come gli altri, non può esserlo. E’ vero, a Sepang, dopo quel terribile 23 ottobre 2011 i piloti della MotoGP sono già tornati due volte a febbraio, ma questa volta è diverso. Un conto sono i test, un altro ritrovarsi per la gara, rivivere, inevitabilmente, quella serie di episodi che hanno portato alla morte di Marco Simoncelli: la scelta della gomma dura posteriore, mentre quasi tutti gli altri avevano optato per la morbida, la partenza così così dalla seconda fila, la battaglia con Alvaro Bautista, la caduta alla curva 11 con Marco che, chissà perché e chissà come, rimane attaccato, forse incastrato nella sua Honda, la moto che chiude la traiettoria, il fatale impatto con Colin Edwards e Valentino Rossi.

«Penso che ognuno abbia il suo ricordo del Sic: una risata, una stupidaggine detta, un momento passato insieme» dice commosso Valentino, dopo che tutto il paddock si era spostato in silenzio dal box alla curva numero 11, dove Fausto Gresini ha posto una targa con la scritta “Sic per sempre nel cuore”.

Si fatica a dire qualsiasi cosa, si piange, ci si commuove, ognuno immerso nei suoi pensieri: non sarà facile fare finta di niente in questo fine settimana che, sotto l’aspetto prettamente agonistico, potrebbe assegnare tutti e tre i titoli iridati.

«In effetti c’è la possibilità matematica: se io vinco e Pedrosa non prende punti, conquisto il mondiale. Insomma, una probabilità piuttosto remota» chiude immediatamente il discorso Jorge Lorenzo, che nelle ultime cinque gare ha vinto solo a Misano, ma più per le sfighe altrui che per meriti propri. E’ chiaro che l’eventualità di vedere Lorenzo festeggiare nuovamente a Sepang – anche nel 2010 aveva conquistato il mondiale in Malesia – è quindi piuttosto remota, ma nessuno, o quasi, dubita che sarà lui a succedere a Casey Stoner. E’ vero, Pedrosa sta andando molto più forte, ma a Lorenzo sono sufficienti tre terzi posti per diventare campione, anche se Dani le dovesse vincere tutte.

«E’ l’unica possibilità che ho» allarga le braccia quasi sconsolato lo spagnolo della Honda, in uno stato di forma davvero eccellente. Dani deve provare a mettere pressione al rivale, sperando che a Sepang Casey Stoner sia più in forma che a Motegi - ma nemmeno troppo in forma per non farsi “rubare” punti preziosi - perché qui di gioco di squadra non se ne parla: non vuole aiuti Pedrosa, non li vuole dare Stoner.

In Malesia è sempre andato forte anche Andrea Dovizioso: insieme ad Alvaro Bautista (Sepang è uno dei suoi tracciati preferiti) e a Cal Crutchlow potrebbero provare a dare fastidio ai due contendenti. Fino adesso non ci sono mai riusciti: sarebbe bello, per quel poco che rimane della spettacolarità del campionato, che ce la facessero questa volta.

Per quanto riguarda la Ducati, il ritornello è più o meno sempre lo stesso: "Speriamo che questa volta vada un po’ meglio”. Ma le speranze che accada, come sempre, sono purtroppo più legate a eventi imponderabili, piuttosto che a qualità tecniche.

 

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