Alberto Tebaldi: “Dalla Cava e il Sic al Ranch e la VR46”. Una storia che andrà oltre Valentino Rossi

Alberto Tebaldi: “Dalla Cava e il Sic al Ranch e la VR46”. Una storia che andrà oltre Valentino Rossi
  • di Emanuele Pieroni
Il manager e amico storico di Valentino Rossi ha ripercorso la storia della VR46 in una intervista concessa a Speedweek
  • di Emanuele Pieroni
6 settembre 2021

In ogni storia c’è sempre un guru, un luogo magico e giovani protagonisti. E’ stato così anche per la VR46, come ha raccontato Alberto Tebaldi in una lunga intervista rilasciata a Speedweek. Il guru? Graziano Rossi! “E’ da lui che è cominciato tutto – ha spiegato l’amministratore della VR46 e amico storico di Valentino Rossi - Graziano ha inventato un nuovo tipo di allenamento: percorrere più chilometri possibili in moto, preferibilmente scivolando. La Cava era il posto giusto e uno dei primi ragazzi che è venuto da noi è stato Marco Simoncelli. Di giorno si allenavano duramente e la sera andavamo in pizzeria a ridere e scherzare”. Ma in ogni storia c’è sempre anche il passaggio tragico, la pagina tremenda e per la combriccola di Tavullia, così come per il mondo del motorsport in genere, la reazione ha dolore è stata una scintilla. “Dopo la tragedia di Marco, abbiamo deciso di creare qualcosa di più strutturato per supportare i giovani piloti, che all'inizio erano tutti amici”.

Dare, quindi, l’opportunità ai giovani piloti di confrontarsi quotidianamente con Valentino Rossi, ma non più solo per gioco, ma con il chiaro intento di mettere a disposizione esperienza e anche visibilità. E’ così che è nata la struttura della VR46 Academy, invidiata da tutti e ancora imitata da nessuno. “L'esperienza offerta prima dalla Cava e ora dalla VR46 Riders Academy è unica – ha proseguito Tebaldi - Non credo che nessun bambino al mondo abbia avuto l'opportunità di allenarsi a calcio con Maradona o Pelé o sfidare Mike Tyson quando erano ancora attivi. I nostri piloti hanno avuto questa possibilità negli ultimi anni allenandosi con Valentino”. A fine stagione smetterà di correre in moto, ma non di seguire i suoi piloti e allenarsi con loro, anche perché le corse automobilistiche, alle quali si dedicherà a tempo pieno, richiedono preparazione fisica e lavoro. “Raddoppierà solo le ruote - ha concluso Tebaldi - ma lui è un pilota e non smetterà mai di esserlo. La Dakar? Non credo, penso che Vale sia affamato di cordoli”.