DopoGP con Nico e Zam: il GP di Aragón 2018

La vittoria di Márquez era quasi scontata, ma Ducati è andata forte anche su una pista mai gradita in passato. Dovi fa il ritmo e poi ci prova, Lorenzo cade alla prima curva. Grande gara delle Suzuki con Iannone sul podio, e naufragio Yamaha con Rossi ottavo
25 settembre 2018

Punti chiave

L’ingegnere analizza la situazione pneumatici: se vince la soluzione morbida al retrotreno (che va sul podio anche con Iannone), che si comporta esattamente come la dura utilizzata da Dovizioso, allora c’è un vizio di impostazione da parte di Michelin, e i regolamenti tecnici della MotoGP sono da riscrivere. Sul piano della tecnica moto, Ducati numero uno: è cresciuta molto nella guida e mantiene un primato motoristico; mentre Honda qui era in gran forma (ben più stabile e meglio settata di quanto si era visto a Misano), però vince soltanto con Márquez (leggi le pagelle di Zam). Suzuki ha una carenza prestazionale ma un’ottima ciclistica, Aprilia ha trovato il miglior Espargaró di stagione. Ma la gara è stata lenta, anche se sulla distanza totale si è abbassato di quasi dieci secondi il tempo del 2017.

La crisi Yamaha (leggi l'articolo) è senza precedenti: dopo le qualifiche negative, in gara Rossi prende 15 secondi e Viñales 22 e mezzo, ottavo e decimo. Approfondiamo il tema tentando di captare con Zamagni l’umore dentro il team, mentre dalla Casa madre giapponese non trapelano notizie sui probabili cambiamenti al vertice tecnico del racing. Staremo a vedere, ma l’uscita dal tunnel sembra lontana. E Bernardelle continua a difendere il quattro in linea.

Infine, soddisfazione per i sei posti occupati dai piloti italiani sui tre podi, anche se questa volta è mancata una vittoria. Bagnaia rinforza il suo primato in classifica per la Moto2, e Bezzecchi si difende in Moto3, dove l’argomento caldo è quello delle troppe penalizzazioni comminate in qualifica. Prossima gara il 7 ottobre, in Thailandia, su una pista dove abbiamo soltanto i riferimenti dei test invernali: la MotoGP non ci ha mai corso, al Chang International Circuit, ma il suo layout simile a quello austriaco e il rettilineo di mille metri autorizzano a puntare sulle Ducati.

 

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