Dovizioso, grazie per le emozioni

Dovizioso, grazie per le emozioni
Giovanni Zamagni
Dice di prendersi un anno sabbatico, ma considerando la sua età, sa molto di addio: lo hanno portato all’esasperazione. Con la Ducati ha regalato emozioni e vittorie da sogno, imponendosi con un modo di fare lontanissimo dagli schemi abituali. Sarà brutto non vederlo più in pista
10 novembre 2020

La decisione, probabilmente, l’aveva presa da tempo: tante proposte, ma nessun progetto che lo entusiasmasse per davvero. Andrea Dovizioso, quindi, per la seconda volta nel 2020 dice no: il primo l’ha detto alla Ducati, ad agosto (“Sono io che decido il mio futuro, non Gigi Dall’Igna”), il secondo a tutte le Case che lo hanno contattato. Anche alla Yamaha, con la quale l’accordo sembrava quasi fatto. Ma, evidentemente, Andrea non era convinto. “Ho ancora il fuoco dentro, tanto è vero che se non rimarrò in MotoGP, andrò comunque a correre, ma ci vogliono le condizioni giuste” ha ripetuto tante volte. Le condizioni giuste non c’erano, perlomeno non quelle che chiedeva Dovizioso, che ha così preferito dire un’altra volta no. Del resto, il 2019 e il 2020 sono stati due anni psicologicamente difficilissimi, con il Dovi esasperato da tensioni pazzesche dentro al box, con una squadra (non tutti, naturalmente) che non ha fatto abbastanza per metterlo in condizione di giocarsela...

“Chiedici cosa ti serve per andare forte, non solo a livello tecnico: faremo il possibile per metterti a tuo agio” ha svelato una volta Lewis Hamilton, il campionissimo di F.1, raccontando come era stato accolto da Niki Lauda quando andò alla Mercedes. Ecco, in Ducati è successo esattamente il contrario, il Dovi non è mai stato messo a suo agio, nemmeno quest’anno, che pure sembrava esserci un’occasione d’oro per vincere il mondiale. Andrea ha perso la passione, anche se, come dice lui, ha ancora il fuoco dentro. Dice di prendersi un anno “sabbatico”, ma in questa MotoGP e alla sua età - nel 2022, quando scadranno tutti i contratti, avrà 36 anni - è difficile pensare che possa tornare. Sa molto di addio, insomma, ed è un vero peccato. 

“Mi emoziono ancora a rivedere le immagini delle mie sfide all’ultimo giro con Marc Marquez” ha detto più volte, in un misto di orgoglio e commozione. Perché, non dimentichiamolo, è stato l’unico nelle ultime stagioni a giocarsela regolarmente con il pilota più forte degli ultimi 10 anni. E’ un peccato che smetta. Ma, ancora una volta, il Dovi ha dimostrato di avere le idee chiare e di non essere disposto a compromessi: è vero che se lo può permettere, ma in pochi lo avrebbero fatto. In un mondo di “personaggi a tutti i costi”, Andrea si è distinto per la sua onestà, per il suo equilibrio, per il non cercare mai scuse (anche quando ne avrebbe avute mille), per la sua semplicità. E’ un “testone”, uno al quale è difficile fare cambiare idea e questo è stato sicuramente un suo limite dentro al box. Ci ha regalato emozioni pazzesche: da appassionati di moto non si può che ringraziare. In bocca al lupo.