Lorenzo/Ducati: matrimonio riuscito o fallito?

Lorenzo/Ducati: matrimonio riuscito o fallito?
Giovanni Zamagni
Ultima gara di Jorge con la Desmosedici dopo due stagioni nelle quali ha conquistato tre vittorie e otto podi complessivi. Risultati ben inferiori alle aspettative sue e di Dall’Igna, ma ci sono anche stati aspetti positivi. In definitiva, quindi…
15 novembre 2018

VALENCIA – Ultimo GP, tempo di bilanci. Soprattutto per chi da martedì salirà su un’altra moto, soprattutto, quindi, per Jorge Lorenzo: il suo passaggio dalla Yamaha alla Ducati a fine 2016 fu clamoroso, così come lo è quello dalla Ducati alla Honda. In attesa di vedere cosa farà a fianco di Marc Marquez con la RC213V, ripercorriamo i due anni con la DesmosediciGP: è stato un matrimonio riuscito o fallito? Proviamo a fare un’analisi dettagliata, prima di arrivare alla conclusione.

 

RISULTATI: AL DI SOTTO DELLE ASPETTATIVE

La prima voce da analizzare, ovviamente, è quella dei risultati. Purtroppo ben al di sotto delle aspettative: ricordiamo che Jorge Lorenzo era stato ingaggiato dalla Ducati per conquistare il titolo. E per questo, è stato pagato moltissimo, 24 milioni di euro in due stagioni. Valutazione anomala, ma secondo me corretta, perché per prendere Lorenzo in quel momento, quando la DesmosediciGP era una moto in crescita, ma non ancora competitiva, bisognava spendere moltissimi soldi. Non è stata quindi una follia, ma la valutazione dei risultati del pilota non può prescindere dall’ingaggio. Ecco quindi che quanto ottenuto da Jorge in questi due anni è ampiamente insufficiente. Riassumendo: nel 2017, Lorenzo ha disputato 18 gare, chiudendo il campionato al 7° posto con 137 punti, con quattro podi conquistati, un secondo e due terzo posti; nel 2018 Jorge ha partecipato a 13 GP (Valencia escluso, naturalmente), conquistato 130 punti, con tre vittorie e un secondo posto, con l’aggiunta di quattro pole. E’ giusto tenere in conto le difficoltà di adattamento a una moto completamente differente dalla Yamaha, ma questo vale solo per il primo anno, non è corretto estenderlo anche al secondo. Ebbene, anche nel 2018 i numeri dicono che Lorenzo è stato inferiore a Dovizioso. Nel dettaglio: dopo il GP di Aragon, l’ultimo disputato dallo spagnolo, Dovizioso era secondo in classifica con 174 punti, con tre vittorie e sei podi complessivi; Lorenzo era quarto con 130 punti, con tre vittorie e quattro podi in totale. Volendo restringere l’analisi dal GP d’Italia, quando Jorge ha cominciato a vincere, fino ad Aragon, Lorenzo ha ottenuto 114 punti contro i 128 del compagno di squadra, vincendo però un GP in più (unico dato a suo favore). Solo in qualifica è stato più efficace di Dovizioso: troppo poco per un campionissimo come lui, pagato moltissimo per vincere il titolo.

 

CAPACITA’ DI REAZIONE: DA APPLAUSI

Dopo le bastonate (sportive) prese nel 2017 e a inizio 2018, pochi piloti – forse nessuno – si sarebbe ripreso come ha fatto Jorge Lorenzo. La sua tenuta psicologica e la sua determinazione sono quelle di un campionissimo assoluto, non solo del motociclismo, ma a livello generalenello sport. A Le Mans, Lorenzo aveva finito sesto, con le Ducati di Danilo Petrucci e Jack Miller davanti a lui (2° e 4°) e quella del compagno di squadra a terra, ma mentre era al comando. Sembrava incapace di guidare la Ducati, tanto che Albero Puig, uno che di piloti se ne intende, in diretta alla televisione spagnola aveva dichiarato: «Lorenzo non andrà mai forte con questa moto». Il GP successivo, Jorge ha vinto alla grande, in un cambiamento che è difficile da spiegare e che merita di essere studiato.

 

SVILUPPO: MOLTI DUBBI

Su questo argomento non ci sono certezze. Molti attribuiscono a Lorenzo i miglioramenti della Ducati, ma io ho un’opinione differente. Torniamo a inizio stagione: Jorge aveva così tanti dubbi sulla competitività della GP18, che nei test a Buriram volle provare a tutti i costi la GP17, che ha continuato a considerare migliore, nei suoi paragoni, almeno fino alla prima gara in Europa (Jerez). La Ducati e Dovizioso hanno invece proseguito sulla strada intrapresa e i fatti hanno dimostrato che avevano ragione. Ecco, quindi, che è difficile sostenere che i meriti dei miglioramenti della DesmosediciGP siano dovuti al cinque volte campione del mondo. Piuttosto, l’arrivo di Lorenzo è servito per confermare i dubbi espressi da chi c’era prima di lui: le critiche di Jorge hanno spinto l’ingegnere Gigi Dall’Igna a intervenire su alcuni aspetti che erano stati poco considerati. Questo è sicuramente un merito, ma “indiretto”.

 

MOTIVAZIONE ALL’AMBIENTE: ENORME

Sicuramente, l’arrivo di Lorenzo è servito per motivare tutto l’ambiente Ducati, soprattutto Andrea Dovizioso, che con un campionissimo certificato al suo fianco ha trovato stimoli enormi e il paragone con Jorge lo ha fatto crescere in modo esponenziale. E’ come se Andrea si sia tolto il peso di qualsiasi scusa e questo gli ha permesso di diventare il pilota che è adesso. Ma Lorenzo ha tolto “scuse” anche alla Ducati, perché con lui nel box non si poteva più dire che la colpa della mancanza di risultati fosse dei piloti. Insomma, l’arrivo di Jorge, sotto certi aspetti è stato fondamentale.

 

LORENZO: “UNA STAGIONE DA 7”

Cosa dice Jorge Lorenzo della sua esperienza in Ducati: «Ho dimostrato di poter essere veloce con qualsiasi moto, ci vuole solo un po’ di tempo. Cambiare in MotoGP è difficilissimi, per essere competitivo devi avere tutto sotto controllo: purtroppo non ho lottato per l’obiettivo che mi ero prefissato quando sono arrivato in Ducati, ma ho dimostrato di poter fare bene. Il voto a questa stagione: 5 all’inizio, 9 alla fine. La media fa 7».

 

IL VERDETTO: MATRIMONIO RIUSCITO (IN PARTE)

In conclusione, i due anni di Jorge Lorenzo in Ducati secondo me sono stati fondamentali per la Casa di Borgo Panigale: senza tutto quello che Lorenzo ha portato direttamente o indirettamente non si sarebbe arrivati a questo livello. Diverso il discorso per Jorge: i risultati non sono stati all’altezza delle sue aspettative. Anche Lorenzo, però, ha tratto benefici: io credo che adesso sia un pilota complessivamente più forte di quando è arrivato. Purtroppo per lui sono mancati i risultati.

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