MotoGP 2018. Marquez/Rossi: facciata o sostanza?

MotoGP 2018. Marquez/Rossi: facciata o sostanza?
Giovanni Zamagni
Dopo quanto accaduto in Argentina, si temeva una vigilia molto agitata, invece sia Marc sia Valentino provano a smorzare i toni, pur rimanendo sulle proprie posizioni. Sarà così anche in pista? L’importante è che non si lasci tutto al buon senso dei piloti
19 aprile 2018

AUSTIN – Meglio delle aspettative. Perlomeno delle mie. La tensione è molto inferiore rispetto a quanto temevo e rispetto al 2015 a Valencia. Normale che sia così: allora c’era di mezzo un titolo mondiale, oggi “solo” un contatto in gara… Sia Marc Marquez – con la sua innata capacità di farsi scivolare qualsiasi cosa addosso – sia Valentino Rossi – apparentemente meno rancoroso rispetto a due anni fa – sono rimasti sulle proprie posizioni (Marquez: «Ho sbagliato, ho chiesto scusa, non ho rancore per nessuno»: Rossi: «Penso esattamente le stesse cose che ho detto in Argentina»), ma entrambi con la voglia di andare avanti, di tornare a pilotare la moto, quello che sanno fare meglio in assoluto. Solo dichiarazioni di facciata? Probabilmente sì, però mi sembra di poter dire che gli animi sono più distesi. La grande rivalità, naturalmente, rimane e per evitare che si arrivi a una replica delle tristi vicende del 2015 è fondamentale che intervenga qualcuno dall’alto, qualcuno che dica a entrambi: “Attenzione, siete sotto osservazione: la prima scorrettezza che commettete, anche minima, prendete una squalifica pesante”. Chi lo dovrebbe fare? L’unico che ha il potere per farlo è Carmelo Ezpeleta, anche se poi, nella pratica, non è lui che deve infliggere una eventuale penalità. Ma il suo intervento secondo me è fondamentale: non si può lasciare che siano Marquez e Rossi ad autoregolamentarsi in quella che è, in maniera evidente, anche una lotta di potere.


DUCATI E YAMAHA SOTTO ESAME

Per il resto, il GP delle Americhe parte con un solo favorito – Marc Marquez, naturalmente – e con l’incognita della competitività di Ducati e Yamaha. Il GP d’Argentina ha mostrato limiti per entrambe le moto, pur con qualche scusante dovuta alle condizioni della pista e del meteo: ad Austin sarà importante verificare se per Dovizioso, che qui aveva faticato tantissimo nel 2017, quello di due settimane fa è stato solo un episodio sfortunato o se la Ducati fatica ancora troppo in alcune piste. Domani capiremo qualcosa di più: con la speranza che si parli solo di piloti e moto.

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