MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Andare via da Ducati mi fa sentire leggero”

MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Andare via da Ducati mi fa sentire leggero”
Giovanni Zamagni
Andrea non si emoziona più di tanto, nonostante sia stata la sua ultima gara con la “Rossa”. E, forse, non solo: “Ormai l’ho metabolizzata. Sono stati otto anni molto intensi, abbiamo raggiunto risultati incredibili, con tante persone ho un ottimo rapporto, ma non c’erano più le condizioni per continuare”
22 novembre 2020

Assicura di non aver avuto tempo di pensare che fosse l’ultima gara con la Ducati: Andrea Dovizioso, almeno apparentemente, riesce a trattenere l’emozione. Certo, farà strano non vedere più il Dovi in pista dopo 327 GP consecutivi, senza mai averne saltato uno.

“Ero troppo focalizzato sulla gara, non potevo pensare ad altro. Alla fine sono contento: prima della partenza l’obiettivo era finire quarto in campionato e l’ho centrato, ma avrei anche potuto finire terzo. Considerando tutte le difficoltà avute quest’anno, questo risultato conferma che la mia mentalità è buona per il campionato”.

 

Cosa ti mancherà?

“Tante cose. Ho una grande relazione con molte persone della Ducati, con il mio capo tecnico (Alberto Giribuola, “Pigiamino”, NDA) ho un ottimo rapporto, sono stato otto anni incredibili. Mi mancheranno tante cose, ma mi sento leggero in questo momento. C’erano cose che non mi piacevano, non volevo continuare in queste condizioni. Ho conosciuto persone speciali, ci sono tanti aspetti favolosi nella mia posizione. Ma andare via da questa situazione adesso mi fa sentire bene. Con la Ducati ho conquistato grandi vittorie, ho emozionato delle persone ed è una figata pazzesca vedere qualcuno emozionarsi per qualcosa che hai fatto tu. Chissà se avrò ancora questa possibilità. Non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti: credo che negli ultimi quattro anni sia stato fatto qualcosa di magnifico, speciale: quando vedo certi video, mi scappa ancora la lacrimuccia”.

 

Come giudichi la stagione?

“Prima del campionato l’obiettivo era lottare per il titolo. Ma quando non hai feeling, quando sei sempre così indietro in qualifica, quando in gara recuperi, ma non riesce a spingere più di tanto, non può essere bello. Ecco perché dico che, nonostante tutto, il quarto posto è un buon risultato”.

 

E adesso?

“Adesso mi aspetta un grande cambiamento, ma per come sono fatto io non mi peserà stare lontano dal “casino”. E mi piace quello che vado a fare il prossimo anno, da martedì comincerò la preparazione per il cross, la mia passione. Adesso ho più tempo, non ho più impegni con la MotoGP, non ho più programmi: la nostra vita gira tutta intorno al motomondiale: non avendo impegni mi dedico a questo”.

 

Ma come pilota, come ti senti?

“Competitivo. Per questo non la voglio vivere come se fosse l’ultima gara. In ogni caso, indipendentemente da come è andato il 2020, pensare di continuare così con la Ducati non mi andava. Per questo dico che mi sento leggero, perché oggi finisce questa situazione, non volevo più stare in questo sistema. Per questo non la vivo così male”.

 

Quindi, l’aggettivo per definirti è leggero?

“Sì, ma non è completo, ci sono anche delle sensazioni negative, perché quando ti senti forte avresti voglia di provarci. Purtroppo non ho trovato la situazione giusta per me per il prossimo anno, ecco perché non correrò. Il mio obiettivo è tornare nel 2022 se viene fuori qualcosa di interessante: so che sarà difficile, ma non impossibile”.

 

In una recente intervista, Marquez ricorda il GP del Giappone come uno dei più belli della sua carriera, eppure venne battuto da te; cosa ne pensi?

“Questa è la mentalità di un campione. Lui ne ha vinte così tante che una sconfitta, in una gara dove senti di essere stato forte e di aver fatto tutto bene, la studi per imparare. E’ una grande mentalità”.