MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: "Non capisco come faccio a essere primo"

MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: "Non capisco come faccio a essere primo"
Giovanni Zamagni
Andrea non si dà pace: “Fa ridere essere in testa andando così piano. I dati sono chiari sul perché fatichiamo, ma cambiare è difficilissimo. Così è frustrante e avvilente: lavoriamo durissimo, ma non ne veniamo fuori. Cosa avrebbe fatto Marquez? Sono curioso anch’io, ma anche per lui ci sono stati cambiamenti importanti”
20 settembre 2020

Il primo a non crederci è proprio lui, Andrea Dovizioso: “Non capisco perché sono primo nel mondiale”, esordisce facendo ben capire il suo stato d’animo.

“Fa ridere essere primo in classifica andando piano. Ma è così. E’ vero, siamo stati bravi in certe gare per portare a casa punti, ma non è così che mi piace. Sono consistente, ma a questo punto del campionato credo che sarebbe meglio lottare per il podio, piuttosto che essere primo in classifica”.

 

Andrea non si dà pace.

“Così è frustrante: stiamo lavorando durissimo per adattarci alla frenata è davvero avvilente non fare dei passi in avanti. Guardando i dati è abbastanza facile da vedere cosa non funziona, ma è complicato attuarlo. E’ anche vero che all’inizio ho perso tante posizioni per le manovre di altri piloti ed ero all’esterno quando c’è stata la caduta di Aleix Espargaro, che ha coinvolto anche Morbidelli: lì ho perso altre posizioni. In ogni caso, non avevo il passo per recuperare come ha fatto Mir. Sono andato meglio di Misano1, ma sono sempre in difficoltà. A fine gara, quando la gomma era completamente finita a sinistra, giravo in 1’32”9, come all’inizio: non riusciamo a sfruttare la gomma nuova, in qualifica, ma anche nei primi giri in gara. Siamo ancora in testa al campionato, ma è l’unico aspetto positivo”.

 

Perché Bagnaia riesce ad andare così forte?

“E’ l’unico che si è adeguato a queste gomme e dai dati si capisce bene che il mio punto di forza degli anni passati si è trasformato in un punto debole. Lui frena dopo, con meno pressione ed entra più forte in curva. E’ difficile da fare, lui fa la differenza in quel punto. Io riuscivo a fare la differenza rispetto agli altri piloti Ducati usando meglio la gomma anteriore, perché sul posteriore non c’era grip. Adesso devi andare forte nell’ultima parte di inserimento in curva, non bisogna esagerare da dritti, alzare troppo la gomma posteriore in staccata. E’ tutto chiaro, ma farlo non è assolutamente facile. E anche la messa a punto della moto va in una direzione opposta rispetto al passato”.

 

Eppure dopo i test sembravi convinto di aver fatto un passo in avanti e anche prima dell’Austria avevi dichiarato di aver capito come fare a frenare. Ma, evidentemente, non è così: sei un po’ sorpreso?

“Nei test non puoi sapere cosa hanno fatto gli altri: il mio passo era migliorato di parecchi decimi rispetto a domenica scorsa. Per questo ero contento. Quando prendi gli schiaffoni e ti buttano a terra, se rimani a terra non fai il pilota: bisogna sempre spingere e un po’ te la “racconti” di aver trovato la soluzione. Stiamo spingendo forte, non prendiamo solo schiaffi. È così per le gomme. Guardate Vinales: fa Misano1 ha fatto una fatica esagerata, oggi ha vinto. Come mai?”.

 

A me ricorda un po’ la situazione del 2017: Lorenzo, il campione, andava malissimo, mentre Dovizioso volava; oggi il campione, Dovizioso, va male, mentre Bagnaia va fortissimo. Ci sono delle analogie?

“Non è proprio così. E’ vero che io sono in difficoltà, ma sono pur sempre in testa al campionato, mentre Lorenzo era molto indietro…  Non siamo nella situazione per combattere, ma siamo in una buona posizione in classifica, non dobbiamo arrenderci, perché in ogni GP è una storia differente. A Barcellona ci sarà poco grip, sarà tutto diverso. Non so se meglio o peggio, ma diverso sicuramente”.

 

In questo momento, la Suzuki e Mir sembrano i grandi favoriti; quali sono i punti forti della Suzuki?

“Difficile saperlo da fuori: sembra che quella moto sia veramente bilanciata, è più facile per loro essere consistenti. Non sono esplosivi nel giro secco, ma sono costanti: in due gare hanno recuperato molti secondi. E Mir è sicuramente un grande talento: già da un po’ di gare si vede che lui è il favorito anche per il campionato”.

 

Secondo Rossi è la più bella MotoGP di sempre, altri dicono che è un campionato di basso livello: tu come la vedi?

“E’ un campionato di alto livello, te lo dice quanti piloti ci sono tutti attaccati. I casi sono due: o tutti i piloti sono scarsi o sono particolarmente forti. Se siamo sempre tutti vicini in 0”7, come fai a dire che il livello è basso? Ma da fuori si dicono tanto cose?

 

Ma anche Marquez avrebbe avuto problemi con queste gomme?

“Me lo chiedo anch’io. A Jerez aveva dimostrato strapotere, ma i test invernali come erano andati per lui? Male. Poi, arriva a Jerez e va 0”8 più veloci di tutti, come mai? Spiegamelo. Può essere che Marquez avrebbe dominato, come ha fatto in passato, non dico di no. Ma non lo so: quello che è certo è che è tutto anomalo da quando è arrivata questa gomma. E a Barcellona cambierà per tutti il feeling, perché si passa da una pista con tanto grip a una con poco”.