MotoGP 2020. Valentino Rossi: “Ho preso paura, ma il mio futuro non cambia: sarò in pista”

MotoGP 2020. Valentino Rossi: “Ho preso paura, ma il mio futuro non cambia: sarò in pista”
Giovanni Zamagni
Valentino torna sul terribile incidente di domenica scorsa che avrebbe potuto avere per lui conseguenze devastanti: “Ero spaventato, tornare in moto non è stato facile. Ma non avevo alternative. Ma continuerò a correre nel 2021: anche perché se smesso con le moto, farò comunque qualcos’altro di pericoloso…”
20 agosto 2020

Difficile non parlare di quanto accaduto domenica scorsa, soprattutto con Valentino Rossi. 
“E’ stato un momento molto difficile: dopo l’incidente, ero sinceramente spaventato. Dalla moto avevo visto volare solo la moto di Zarco, non avevo capito che quella di Morbidelli fosse così veloce e vicina. E’ stato difficile tornare in moto, ma diciamo che non avevo alternative…”.

Ma dopo quanto accaduto domenica scorsa, hai preso in considerazione di smettere?
“No. Anche perché quando non correrò più in MotoGP, farò comunque qualcos’altro di pericoloso. O mi ritiro e sto a casa, a letto, ma se fai questo mestiere non cambi opinione: l’anno prossimo continuerò a correre in moto”.

Credi che questo sia un circuito troppo pericoloso? Nel 2001 era accaduto qualcosa di simile in F.1…
“Ho visto le immagini, effettivamente i due incidenti si assomigliano. E’ sempre pericoloso quando c’è un rampino dopo un rettilineo molto veloce: tra l’altro, la curva 3 a me piace moltissimo, è tosta e impegnativa. Questo è un circuito pericoloso, perché ci sono tre punti dove si va fortissimo. Forse bisogna modificare il disegno alla curva 2, ma non è mai semplice. Per questo GP sono intervenuti allungando le barriere alla curva 3: un intervento utile per contenere una moto se vola come quella di Zarco, ma per quella di Morbidelli non puoi fare niente. Ne parleremo in Safety Commission”.

Sono state fatte tante critiche alla “Steward Panel” per i tempi di intervento: come la pensi?
“Dovrebbero parlare con i piloti subito dopo la gara, difficile capire perché abbiamo aspettato tanto tempo. E’ vero che hanno tanto lavoro da fare, la Moto3 e la Moto2 sono spesso fuori controllo, con tanti contatti molto pericolosi anche in rettilineo. La sicurezza viene prima di tutto, dovrebbero decidere senza pressioni esterne”.

Perché così tanti incidenti nelle prime gare?
“Tutti prendono più rischi perché sanno che lo possono fare, sfruttando l’asfalto fuori dalle curve che rende i circuiti più sicuri. E la competizione è altissima, con 12 piloti in mezzo secondo. Inoltre, i piloti giovani che vengono da Moto3 e Moto2 sono molto aggressivi”.

Cosa ti aspetti da questa gara?
“Questo è un circuito difficile per Yamaha: settimana scorsa non avevamo il passo per lottare per il podio. Ma nella seconda parte sono stato più costante alla fine: abbiamo tanti dati, partiamo da una base migliore per provare a stare più avanti”.

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