MotoGP 2021. Giacomo Agostini sul ritiro di Valentino Rossi: "E' doloroso accettarlo, ma non si può fermare il tempo"

MotoGP 2021. Giacomo Agostini sul ritiro di Valentino Rossi: "E' doloroso accettarlo, ma non si può fermare il tempo"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Giacomo Agostini commenta l’annuncio del ritiro di Valentino Rossi e ricorda che quando toccò a lui pianse per tre giorni. E’ un momento doloroso, quello dello stop, ma prima o dopo arriva per tutti
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
6 agosto 2021

Intervistato da cento testate dopo l’annuncio del ritiro di Valentino Rossi, Giacomo Agostini ha ancora voglia di parlarne: il Dottore è il suo erede, a lungo ha insidiato anche i sui record. Va detto che qualche primato glie lo ha soffiato, come il numero delle vittorie nella massima cilindrata, ma i quindici titoli e le 123 vittorie iridate di Ago restano per il momento inarrivabili. E Giacomo ci tiene. Che effetto ha fatto al campione bergamasco l’annuncio di ieri?

Me lo aspettavo - risponde Mino - e non sono rimasto sorpreso. Il momento di dire basta arriva per tutti e in ogni sport. Si può provare a rallentare il tempo, ma a fermarlo non ci si riesce. I risultati gli mancavano, certo, e nel prossimo futuro ha la possibilità di fare delle bellissime cose. L’ho visto un po’ provato, nella conferenza stampa, anche se ha cercato di nascondere la commozione. Ma lo capisco benissimo, quello dello stop è un momento molto doloroso, io lo dico spesso: ho pianto per tre giorni…”.

Valentino ha annunciato lo stop ma farà ancora altre gare da qui alla fine della stagione. Con che spirito scenderà in pista?

Lui si era preso l’impegno: ci rifletto durante la pausa del campionato, aveva detto, e poi renderò pubblica la mia decisione. Ha rispettato quei tempi ed è stato giusto e corretto, anche nei confronti della squadra e degli sponsor. Certo, faccio fatica ad immedesimarmi in Valentino: non sarà facile per lui correre ancora con quel dolore addosso. Ma se lo fa significa che se la sente, e del resto correre è stata per lui la cosa più bella per quasi trent’anni...

Una volta, ai tempi tuoi, non c’erano questi anticipi. Un pilota annunciava il cambio di moto o di vita soltanto alla scadenza del suo contratto. Ma erano anche tempi molto diversi. Capitava per esempio che Giacomo Agostini disertasse l’ultimo GP dell’anno una volta conquistato aritmeticamente il titolo…

Perché cominciavamo a renderci conto del rischio, certe piste erano diventate troppo pericolose e se si poteva evitare di andarci… Io ho smesso anche per quello: dopo averla scampata tante volte ho colto dei piccoli segni, le cose stavano cambiando, ho iniziato a temere che la fortuna potesse abbandonarmi. Il motociclismo resta uno sport pericoloso, purtroppo, ma l’evoluzione dell’equipaggiamento personale dei piloti, e delle piste, permette di affrontare le gare con una maggiore serenità.