MotoGP 2021. Test Qatar, Day 5. Joan Mir: "Soddisfatto, ma non al 100%"

MotoGP 2021. Test Qatar, Day 5. Joan Mir: "Soddisfatto, ma non al 100%"
  • di Emanuele Pieroni
Il campione del mondo in carica ha ancora qualche dubbio sul nuovo telaio, ma in questi giorni gli ingegneri di Suzuki lavoreranno ancora. Anche Mir, comunque, resterà in Qatar come chiesto dal team: "lo devo ai ragazzi della squadra"
  • di Emanuele Pieroni
12 marzo 2021

Non è pienamente soddisfatto, ma sente che lui e la sua Suzuki potranno difendere il titolo conquistato lo scorso anno, pur nella consapevolezza che gli avversari sono agguerriti. Joan Mir non ha mostrato grandi entusiasmi e ha scelto la linea della concretezza e della prudenza per tracciare un bilancio di questi giorni di lavoro sul circuito di Losail.

Come ti senti in vista dell’inizio del mondiale?

Mi sento preparato al 70% perché avevamo pianificato un lavoro per questa giornata, ma le cose sono andate come sono andate per via del vento e della tempesta di sabbia. Comunque ho sensazioni positive dalla moto e sono convinto che potremo giocarcela con tutti.

Pensi di non aver espresso, qui, il massimo del vostro potenziale?

La Ducati è velocissima, benissimo anche le Yamaha, ma noi comunque ci saremo. Non siamo veloci come loro, che saranno certamente quelli da battere, ma siamo comunque fra i più veloci. Sarei stato al 100% soddisfatto se fossi riuscito ad essere il più veloce dei test.

Che indicazioni hai avuto dal nuovo telaio? Lo sceglierai per il GP del 28 marzo?

Probabilmente andremo con il telaio dello scorso anno, perché quello nuovo performa molto bene, ma avremo bisogno di affinare ancora i setup per poterlo sfruttare al meglio. In dieci giorni si può fare un sacco di lavoro, purtroppo le giornate di test non bastano mai per fare tutto, ma gli ingegneri hanno molte idee. Ma, come ho già detto, credo che inizieremo con il vecchio telaio.

Ti sottoporrai al vaccino contro  il Covid19?

Non ho ancora fatto il vaccino, ma ho in mente di farlo nei prossimi giorni. E’ una opportunità importante e è un atto di responsabilità accettarla, perché noi viaggiamo molto e rischiamo di portare problemi in ogni  Paese in cui andiamo. E’ vero che c’è tanta gente nel mondo che ne avrebbe un bisogno più immediato, ma non avrebbe senso dire “non fatelo a me e fatelo a qualcun altro”, perché non è possibile. Quindi possiamo solo dire grazie al Qatar e a Carmelo Ezpeleta. Parlerò in queste ore con il mio medico, ma quasi sicuramente mi vaccinerò qui.

Sei tra quelli che non torneranno a casa fino al 5 aprile?

Il team si è raccomandato di non tornare a casa. Io avevo intenzione di tornare, ma quando mi sono accorto che tutto il team sarebbe rimasto ho deciso di rimanere qui anche io. In tanti hanno a casa fili, mogli, famiglie e sono rimasti qui, io sono il pilota e non ho ritenuto giusto comportarmi diversamente. Loro lavoreranno in questi giorni e io dovrò solo allenarmi, ma lo farò comunque qui in Qatar, in hotel o nelle strutture del posto in cui mi sarà consentito.