MotoGP. Ciabatti: “Il rinnovo di Dovizioso? Solo una questione economica”

Giovanni Zamagni
Il direttore sportivo di Ducati Corse fa il punto della situazione: “La scelta più logica sarebbe continuare con i piloti che abbiamo, ma bisogna fare i conti con disponibilità finanziarie ben differenti. La storia con Andrea è una storia di successi, ma non si può pensare ai contratti del passato”
7 maggio 2020

Oggi, con Skype, vi porto a casa di Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati Corse. Ecco un estratto della video intervista.
“Noi avevamo pensato di aspettare qualche gara prima di decidere la direzione da prendere. Purtroppo la situazione è un po’ differente: dovremmo muoverci senza poter fare le valutazioni del caso. Non ci sorprende che Suzuki abbia già annunciato anche Mir, dopo Rins, mentre noi guardiamo soprattutto all’interno dei nostri cinque piloti attualmente sotto contratto (Dovizioso, Petrucci, Miller, Bagnaia, Zarco, NDA)”.

Márquez ha dichiarato di essere stato interpellato da Ducati, ma di non aver mai parlato seriamente con voi: cosa significa?
“E’ la verità. Nel 2019 ci sono stati dei discorsi generali con Emilio Alzamora, dato che il contratto di Márquez era in scadenza: è ovvio e comprensibile che Marc interessasse a tutti. Ma subito ci è stato detto che volevano capire i programmi di Honda: quindi non c’è stata nessuna trattativa”.

Ho fatto varie ipotesi su moto.it: la più logica, è che, considerata la situazione, i piloti vengano rinconfermati…
“E’ un ragionamento logico. Anche Davide Tardozzi e Gigi Dall’Igna hanno confermato che la scelta vada fatta all’interno dei nostri piloti. E’ però cambiata la situazione economica, non si può pensare a contratti come quelli del passato: dovremo fare delle scelte oculate e compatibili con il budget. L’obiettivo è ragionare con i piloti attuali, ma su cifre differenti”.

Quindi, eventuali contrasti sul rinnovo di Dovizioso potrebbero essere solo di carattere economico?
“Personalmente credo che al di là degli alti e bassi che ci sono in tutti i rapporti, la storia con Andrea è una storia di successi: è l’unico pilota che è riuscito a impensierire regolarmente Marc Márquez negli ultimi tre anni. Dovizioso è un pilota molto esigente, come lo è Ducati: credo da questo punto di vista abbiamo una visione comune. Dopo otto anni insieme, sarebbe bello poter continuare: non vedo problemi particolari per non continuare, ma è chiaro che la parte economica potrebbe essere uno ostacolo”.

Petrucci, invece, doveva guadagnarsi la riconferma con i risultati.
“Al di là di Dovi, tutti gli altri nostri piloti dovevano dimostrare di aver superato alcuni limiti del 2019. Per tutti, non poter disputare delle gare prima che Ducati debba prendere una decisione è un problema per loro e per noi, dovremo fare una scelta su delle ipotesi”.

Ci sono delle alternative? Io  ho individuato solo Pol Espargaró...
“Lui è sicuramente un pilota di talento e veloce, ma con noi abbiamo piloti che sono altrettanto, se non più competitivi. Non dimentichiamo che Petrucci è uno dei pochi ad aver vinto nel 2019: l’obiettivo iniziale è scegliere all’interno dei nostri piloti, anche se le alternative non mancano e di moto buone libere non ce ne sono così tante… Sono convinto che Honda confermerà i piloti attuali: rimane solo la Ducati come moto libera vincente”.

E Andrea Iannone?
“Penso che sia un pilota dotato di grandissimo talento, che ha fatto delle scelte sbagliate, con atteggiamenti a volte strafottenti che non gli hanno giovato. Credo se ne sia reso conto. Campinoti è particolarmente legato a Iannone, ma per noi Pramac è un team dove inserire piloti giovani da portare eventualmente al team ufficiale, proprio come è successo con Andrea. Ma era molto tempo fa”.

Entro quando bisogna prendere una decisione?
“Non c’è un limite, ma credo che non si potrà andare oltre metà giugno”.

Le Case sono d’accordo nel disputare più GP sulla stessa pista?
“E’ vero che ci sono circuiti più adatti alle caratteristiche di alcune moto e altri meno, ma per quest’anno siamo tutti disposti a fare dei sacrifici, anche correre su un circuito non particolarmente favorevole”.