MotoGP. Dovizioso-Lorenzo-Ducati: quante contraddizioni

MotoGP. Dovizioso-Lorenzo-Ducati: quante contraddizioni
Giovanni Zamagni
Prima sembrava che il mancato accordo tra Andrea e la Casa di Borgo Panigale fosse solo una questione economica, ma la trattativa non sarebbe nemmeno iniziata. E adesso si vuole aspettare 4-5 gare. Intanto Chico Lorenzo dice: “Stiamo trattando con Ducati”
6 luglio 2020

Passa il tempo, e Andrea Dovizioso, Andrea Iannone e Valentino Rossi (in rigoroso ordine alfabetico) non hanno ancora un contratto per il 2021. Ma mentre per Iannone c’è un motivo purtroppo valido - bisogna aspettare che la TAS emetta la sua sentenza sulla squalifica per doping e, al momento, non è ancora stata fissata la data dell’udienza - per Dovizioso e Rossi si fa più fatica a trovare una ragione convincente

O meglio, solo per Andrea, perché Valentino potrebbe anche avere il legittimo dubbio di voler fare un paio di GP prima di prendere una decisione, sempre ammesso che non l’abbia già presa: l’intenzione e la voglia è di continuare, ma il nove volte campione del mondo potrebbe anche avere chiesto di aspettare qualche gara per verificare la sua competitività.

Quante contraddizioni

Dopo che era stato detto che la trattativa tra Ducati e Dovizioso si era intoppata per “questioni economiche”, si è scoperto che, in realtà, non si è ancora iniziato a parlare del prossimo contratto, se non in maniera superficiale. Lo ha detto Simone Battistella, il manager del pilota, a “Il Diavolo e l’Acqua Santa” a moto.it, e lo ha ribadito in una trasmissione podcast su motogp.com. Quindi, in sintesi, non è vero che ci sarebbe un problema economico, perché non è mai stata fatta nessuna offerta. Questa è la prima contraddizione.

La seconda, emersa negli ultimi giorni, è che prima sembrava che Ducati volesse arrivare a un accordo entro luglio o al massimo entro il primo GP - come detto anche dal direttore sportivo Paolo Ciabatti in una intervista a moto.it -, mentre adesso l’intenzione è aspettare qualche gara. Addirittura quattro o cinque.

Cosa deve dimostrare?

Mentre per Valentino Rossi l’eventuale scelta di rimandare la firma del contratto ha un senso - da fine 2019 Valentino ripete che vorrebbe prima capire di essere ancora competitivo o meno, prima di decidere se continuare; il maledetto COVID-19 ha stravolto tutto quanto, ma la sua intenzione è sempre stata quella - non si capisce cosa debba dimostrare il pilota che corre con la Ducati da 8 anni, che ha vinto 12 GP nelle ultime tre stagioni, arrivando tre volte consecutive secondo nel mondiale. In altre parole: in Ducati conoscono (o dovrebbero conoscere…) benissimo il valore di Andrea, non sono tre/quattro gare andate bene o male a cambiare il giudizio su di lui. Oltretutto con il pericolo che il mancato accordo possa incidere sul rendimento del pilota. Insomma, non può essere questo il motivo per rimandare la trattativa: ci deve essere dell’altro.

Lorenzo avanza

Da fuori, il motivo sembra sempre lo stesso: poca fiducia nel proprio pilota. E una gran voglia di tornare indietro, di riprovarci con Jorge Lorenzo. “Stiamo trattando con Ducati” avrebbe dichiarato Chico Lorenzo, il padre di Jorge, che per la verità non ha nessun potere sotto questo aspetto, non è certo lui che si occupa di queste cose. Ma al di là delle sue parole, è vero che si sta pensando a Lorenzo, uno che al momento fa il collaudatore, sogna di tornare a fare il pilota, ma vive come un ragazzino di 18 anni che ha appena finito la maturità, quindi pensando - giustamente - solo a divertirsi.

Senza nessuna intenzione, apparente, di allenarsi, di tornare a faticare fisicamente e psicologicamente per essere di nuovo pronto a fare quel mestiere lì. Insomma un azzardo pazzesco e senza senso, perlomeno dal mio punto di vista.

Allo stesso tempo, per la prima volta, Simone Battistella ha ammesso che l’alternativa per Dovizioso può essere il ritiro. “Andrea valuta il progetto: se non dovesse ritenere interessante quello che gli verrà proposto, allora potrebbe anche fermarsi”, ha dichiarato a motogp.com. Buuuum. E’ questo il vero pericolo: che il Dovi smetta di correre. Sarebbe una grande perdita per tutti, tanto per Ducati quanto per la MotoGP.

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