MotoGP: Marc Marquez, è stata davvero una finestra?

MotoGP: Marc Marquez, è stata davvero una finestra?
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Lo spagnolo Pecino, intervistato dal nostro Zam, lancia il sasso. Fioriscono le ipotesi riguardo ad allenamenti non previsti, e Honda indaga.
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
1 febbraio 2021

La notizia, se confermata, sarebbe a dir poco clamorosa. Il giornalista spagnolo Manuel Pecino, nel MotoGP Week con il nostro Zam, ha lanciato una bomba non indifferente. La vera causa della rottura della placca inserita nel braccio di Marc Marquez non consisterebbe affatto nell'incidente domestico dichiarato da Alberto Puig.

Da questa affermazione si sono scatenate ipotesi che puntavano tutte in una direzione, al netto dei dettagli, sia sulla stampa nazionale che su quella spagnola, come se il sasso lanciato da Pecino fosse stato un "liberi tutti" che ha consentito agli insider di dire ciò che sapevano. Ovvero che la rottura della placca - l'infortunio che ha dato origine a tutte le complicazioni culminate con l'operazione di trapianto osseo lo scorso dicembre - sia stata causata, in realtà, da una sessione di allenamento a cui era presente anche un altro pilota.

Fin troppo facile identificare l'altro pilota con il fratello Alex Marquez; sul tipo di allenamento ci sono dubbi. C'è chi parla di bicicletta, c'è chi addirittura sostiene che i due fossero in moto. Poco cambia: quello che conta è che di questo allenamento Honda non era stata avvisata, e che evidentemente il team ha lavorato per coprire quanto accaduto. Se ne deduce quindi che l'attività non fosse prevista dalle raccomandazioni mediche, o quantomeno che fosse stata sconsigliata. Diversamente (ammesso ovviamente che la verità sia quella emersa in questi giorni) non ci sarebbe stato alcun motivo per mentire.

Ma se così fosse, questo spiegherebbe anche la decisione di Honda di commissariare il team Repsol con l'invio di una figura direttamente da HRC, Tetuhiro Hikita che - fra le altre cose - starebbe indagando specificamente sulla gestione da parte di Marquez e della squadra dell'infortunio che ha pregiudicato la stagione 2020 (e a questo punto, è facile dedurre, almeno anche la prima parte della 2021) per accertare come siano andate le cose e quali siano eventualmente le responsabilità in gioco.

Il discorso è meramente economico: l'investimento compiuto da Honda a febbraio 2020 per garantirsi Marquez nei successivi quattro anni non può essere costato poco. Il problema è che, stanti così le cose, il rendimento è come minimo tre quarti, se non metà, di quanto si erano immaginati a Tokyo. È evidente come la natura del problema cambi radicalmente lo scenario: mentre un infortunio causato da una caduta in gara fa parte degli imprevisti a cui pilota e Casa devono fare fronte, se il pilota avesse commesso una negligenza in fase di convalescenza la cosa avrebbe ripercussioni contrattuali abbastanza pesanti.

Insomma, la faccenda è tutt'altro che conclusa, al di là del quando e come avverrà il rientro di Marquez in sella alla sua Honda RC213V. Ed è facile che a breve ci tocchi parlare anche di avvocati.