MotoGP. Sul "caso Marquez" Alberto Puig parla come un tifoso arrabbiato

MotoGP. Sul "caso Marquez" Alberto Puig parla come un tifoso arrabbiato
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Se il campionato non lo vincerà Marc - ha detto - chi lo vincerà non potrà sentirsi soddisfatto. Parole antisportive, non adeguate al suo ruolo in Honda. E Stefan Bradl è già in partenza per Jerez
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
22 luglio 2020

Fa discutere una dichiarazione molto dura che Alberto Puig, team principal del team Repsol Honda, ha rilasciato a Dazn ed è stata rilanciata da diversi siti spagnoli. Analizzando la situazione del suo pilota di punta dopo le buone notizie arrivate da Barcellona - nessun danno al nervo radiale e possibile rientro già a Brno - Puig ha letteralmente detto:

"Ovviamente diventa complicato. Ma hey, onestamente ti dico che, qualunque cosa accada, se Marc non potrà essere quello che vince il campionato, io non penso che chi lo otterrà si sentirà completamente soddisfatto. E comunque non dovrebbe sentirsi completamente soddisfatto, sapendo che il pilota numero uno non è stato presente nel campionato nella sua interezza”.

Sono parole che non stonerebbero in una discussione tra tifosi, per qualcuno persino banali o addirittura scontate, ma certamente inadeguate alla figura di un importante manager della più importante casa motociclistica del mondo. Lo sport e la sportività dovrebbero essere dei valori comuni, è antisportivo dire (dopo una gara sola, poi!) che il titolo mondiale varrà poco perché il miglior pilota qualche volta non c’era.

Secondo me Soichiro Honda si vergognerebbe di parole simili. Marc non è stato rapito dagli alieni: salterà una o due gare per una sua responsabilità, perché ha commesso un piccolo errore di guida e purtroppo è rovinosamente caduto. Quante volte, nel mondiale, i favoriti sono stati messi fuori gioco da un infortunio? Non per questo chi è diventato campione è stato preventivamente svalutato, e poi ogni stagione ha una storia a se ed ha la stessa validità.

Puig non è nuovo a dichiarazione discutibili. Ma forse, come ha sottolineato Giulio Bernardelle in DopoGP, la squadra avrebbe potuto segnalare a Marquez un “ok 2”, provare a tenere a freno la nota propensione al rischiatutto del suo pilota una volta raggiunto il secondo gradino del podio. Il campionato è corto e serrato, si sa. Coda di paglia? Forse, questa volta, Alberto attacca per non doversi difendere.

Un'assenza su cui ragionare

Restando in casa Honda, c’è tempo per pensare alla eventuale sostituzione di Marc Marquez, ma tutti hanno pensato che, nel caso, Stefan Bradl rappresenterebbe la soluzione più semplice, forse l’unica percorribile. Ma già a Jerez per domenica prossima? Il sito Speedweek.com ha sentito il collaudatore tedesco della Honda, impegnato in un Track Day a Motopark Oschersleben con una IDM Honda del team Holzhauer.

“Non salgo su una MotoGP dall'inizio di febbraio - ha detto Stefan - e i manager HRC lo sanno. Non credo che vogliano gettarmi nella mischia: tutti gli altri piloti hanno girato giorni e giorni, a Jerez, e io partirei oltretutto con un gap difficile da colmare”.

Gunther Wiesinger, il collega che lo ha sentito al telefono, mostra di credere che esista una minima probabilità di rivedere Marquez già a Jerez. E’ una eventualità che tutti, a partire dai medici che sono intervenuti sul braccio destro di Marc, non hanno nemmeno preso in considerazione e che riferiamo solo per dovere di cronaca. Bradl, all’idea, si è detto scettico ma non ha escluso nulla.

“Non riesco a immaginare - ha dichiarato il bavarese - che Marc possa guidare la moto tre giorni dopo un'operazione del genere. Ma forse il bisogno di punti è tale che… forse c'è ancora un piccolo barlume di speranza per lui che possa correre già domenica prossima alla caccia di qualche punto”.

Stefan in ogni caso porterà tuta, casco, stivali, guanti e paraschiena a Jerez.

"E’ tutto nel camion del Team Test HRC a Barcellona e verrà portato a Jerez", ha detto Bradl, che aveva comunque previsto di andare in Andalusia come collaboratore tecnico della televisione e ha fatto il test obbligatorio Covid-19 richiesto dal protocollo Dorna.