Nadia, Gresini Racing, amministratore delegato

Nadia, Gresini Racing, amministratore delegato
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
La telefonata con Nadia Padovani, moglie di Fausto Gresini. Oltre il lutto, oltre il grande dolore. Per capire come Nadia trova la forza per andare avanti: con quattro figli e la responsabilità di Gresini Racing, settanta collaboratori e l’impegno nelle quattro classi del mondiale
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
11 maggio 2021

Nessuna domanda sui programmi di Gresini Racing, che saranno comunicati ufficialmente a tempo debito: questo è l’accordo. D’altra parte volevo sentire Nadia Padovani, la signora Gresini che da qualche giorno è amministratore delegato dell’azienda fondata da Fausto negli anni Novanta. Volevo capire qualcosa in più.

Avevo conosciuto Nadia alla fine degli anni Ottanta, quando era la ragazza, anzi la fidanzata, del pilota Gresini già due volte campione del mondo, classe 125. Ora è una donna decisa e coraggiosa, sostenuta dalla numerosa famiglia. Ecco la trascrizione dell’intervista telefonica. Nadia, cominciamo dall’inizio?

“Ho iniziato con Fausto nell’88 o nell’89: allora ero un'infermiera, ho lavorato per sedici anni in ospedale, poi ho fatto la mamma. Quando è arrivato il terzo figlio abbiamo deciso che sarei rimasta in casa con la famiglia, Fausto era sempre in giro e qualcuno doveva esserci; poi è arrivata un’altra bambina, quattro erano tanti da gestire. Così ho smesso di lavorare”.

Tu non hai lavorato di fianco a Fausto nella creazione e poi nella gestione del team. Ma eri al corrente di tutto…

“Fausto faceva tutto, mi raccontava quello che faceva e non faceva, mi aggiornava sulle decisioni: mi ha sempre tenuto molto al corrente, abbiamo sempre condiviso le cose. Certo non si poteva immaginare questo cambiamento. La decisione è nostra, mia e dei due figli maggiorenni; le ragazze sono ancora piccoline, 15 e 10 anni. E’ una nostra decisione: quella di voler continuare questa cosa, questa azienda che era il sogno e la vita di Fausto”.

E come è maturata, puoi dirmelo?

“All’inizio, quando è successo tutto… è chiaro, ti arriva addosso… è stata una cosa terribile. Subito eravamo preoccupati: questa è un’azienda molto impegnativa, non è un’azienda che fa un prodotto e lo vende: devi sempre cercare di mettere insieme il budget per poter andare avanti nei tuoi programmi. Poi però con i figli abbiamo pensato che questa azienda l’ha fatta lui, è un azienda importante nel mondo sportivo… Abbiamo deciso di continuare. Anche perché Fausto aveva questo sogno, di tornare ad essere un team indipendente. I figli ed io abbiamo avuto come obiettivo questo: rientrare in MotoGP come indipendenti”

 

Nadia con le figlie
Nadia con le figlie

 

L’annuncio dell’accordo 2022 con il costruttore della MotoGP è imminente. Resta anche l’impegno di continuare nelle quattro categorie?

“Noi ci proviamo, proviamo a tenere tutto. Naturalmente più sponsor riusciamo a mettere insieme e più riusciamo a tenere tutto in piedi”.

Sappiamo che Carlo Merlini è un amico e un’ottima persona: lui era complementare a Fausto, ma naturalmente la posizione di team principal, di amministratore delegato, restava scoperta. È un grande e bellissimo impegno, ma non ti fa un po’ paura?

“Beh, un po’ di paura te la fa, perché è un mondo difficile, e oltretutto io sono anche una donna in un mondo di uomini! Quindi… devo essere forte. Fortunatamente Fausto mi ha trasmesso il suo carattere molto forte”.

Ecco, lui come pilota, che ho seguito fin dagli anni Ottanta, aveva la sua qualità nella guida fine, nella classe e nella lucidità: non era un tipo tosto o aggressivo, tanto che così forte e tenace io non lo immaginavo. La giovane Nadia queste qualità le vedeva già allora?

“Sì, quando correva era un po’ schivo, altri piloti erano più… socializzavano molto. Lui stava un po’ più in disparte, ma il carattere l’ha sempre avuto, è sempre stato molto determinato. Poi chiaramente con l’esperienza, col crescere, uno matura e si migliora. Pian piano è diventato… sì: molto sicuro e determinato”.

Oggi sono una settantina i collaboratori in Gresini Racing: sono tanti, tu li conosci già in gran parte?

“Sto imparando a conoscerli tutti: conosco da anni quelli che lavorano all’interno, quelli fissi diciamo; adesso sto imparando a conoscere anche i tecnici, quelli vecchi e anche quelli nuovi: perché ne sono subentrati anche di nuovi… Sì ora li ho conosciuti tutti”.

Cosa faranno esattamente in Gresini Racing i tuoi due ragazzi, Lorenzo di 26 anni e Luca di 22 anni?

“Lorenzo lavorava già in azienda da qualche anno con Fausto, è sempre stato impegnato nella parte amministrativa e gestionale. Luca invece sta imparando, lui ha corso tre anni nel CIV, poi ha fatto un po’ il meccanico per le squadre CIV… è sempre stato dalla parte dei meccanici, dei tecnici. Ma non ho voluto caricarlo di niente: lui deve imparare ed è affiancato dalle persone all’interno delle varie squadre”.

La casa a Imola e il lavoro a Faenza…

“Sì, noi siamo ancora a Imola, viviamo in campagna, in questa bella casa di campagna con il lago e tutto. Adesso tutti i giorni vado a Faenza. Appena Fausto è venuto a mancare… una volta affrontato tutto quello che è successo e il funerale eccetera… all’inizio venivo qui a Faenza due o tre giorni la settimana. Adesso vengo tutti i giorni, sono fissa qui”.

Le due ragazze, Alice e Agnese sono ancora molto giovani e da gestire. Non sarà così facile conciliare famiglia e lavoro, anche se sono tante le donne che lo fanno…

“La piccola, Agnese, ha dieci anni: li ha compiuti quando Fausto era ricoverato in ospedale e fa la quarta elementare…quello che è un po’ problematico è la gestione degli spostamenti, andarle a prendere, avanti e indietro; ma già lo facevo quando lavoravo, ho ripreso a farlo adesso”.

Lascio Nadia Padovani ai suoi molteplici impegni. Le ho già rubato forse troppo tempo. Resta una cosa: quando arriverà il comunicato della Gresini Racing per il programma in MotoGP dal 2022 in avanti?

“La data precisa non c’è ancora, ma il comunicato arriverà verso la fine del mese. I giochi sono praticamente fatti. Ora stiamo completando l’ultima fase: è il momento di definire un po’ di cose”.

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