Nico Cereghini: “La Ducati vuole i due titoli? Si muova!”

Nico Cereghini: “La Ducati vuole i due titoli? Si muova!”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Le chances sono tante sia in SBK sia in MotoGP con l’avvio sfortunato di Marquez. Giochi apertissimi nonostante il mezzo passo falso di Dovizioso a Jerez. Ma la domanda è: si sta facendo davvero di tutto per provare a vincere?
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
3 agosto 2020

Ciao a tutti! Che bello vedere la Ducati super-competitiva in Superbike! E non con un solo pilota come l’anno scorso; e nemmeno con due: ma addirittura con tre piloti. Perché dietro al mattatore Redding- l’avete visto, a Jerez - c’era anche Chaz Davies (se solo si mettesse a posto per partenze migliori…) e c’era pure Michael Rinaldi. Tanto che si può capire e affermare con chiarezza che la Panigale V4R adesso è a posto ed è vincente con tanti piloti.

Toccate subito ferro se siete superstiziosi, ma con la superstizione non si vincono i campionati del mondo nel motociclismo. Per farlo occorrono le competenze, l’impegno, le risorse e l’ambizione. A Ducati manca qualcosa sui quattro punti? Io credo di no. Alla presentazione dei due team, l’inverno scorso, l’AD Claudio Domenicali - che, va detto a suo onore, ci ha messo sempre la faccia - così dichiarava: “I due titoli sono anche quest’anno l’obiettivo. In MotoGP questa è l’era Marquez e nettissimo è il suo dominio, ma ci sono tanti fattori che possono cambiare la situazione. E vogliamo vincere il titolo in Superbike, che è un torneo storico per Ducati, dopo le tante vittorie del 2019”.

Gli appassionati lo sanno: per un motivo o per l’altro, a Borgo Panigale sfugge il titolo della MotoGP dal lontanissimo 2007, con il sempre più rimpianto Casey Stoner, e quello della Superbike dal lontano 2011 con Carlos Checa nel team Althea di Genesio Bevilacqua. Dodici stagioni in MotoGP e otto in SBK senza titoli. Troppo. Troppo per una casa che ha le corse nel suo invidiabile DNA e sventola la bandiera della tecnologia racing anche nella produzione.

Non voglio essere severo. Ci sono delle valide attenuanti alle sconfitte patite dalla Ducati, che ha provato di tutto, si è aggiudicata i migliori piloti, ha investito dei gran capitali finanziari e umani. Magari ha sbagliato troppo spesso i tempi, ma bisogna anche ammettere che non ha avuto tanta fortuna dalla sua parte.

Ma appunto, pensando positivo, non è forse questa la stagione ideale per i due centri? In SBK la V4R al secondo anno di impegno è quasi del tutto a posto, quando il progetto Kawasaki inizia ad avere il fiato corto dopo tanti anni di successi, la Honda stenta ad acclimatarsi e la Yamaha non decolla. E in MotoGP Marquez il castigamatti è partito con due zeri e non sarà in piena forma tanto presto. Dopo tre stagioni chiuse immediatamente alle spalle del campionissimo con Dovizioso, le chances ci sono e sono solide. E il mezzo passo falso delle prime due gare a Jerez non deve scoraggiare: quella è una pista indigesta al Dovi tanto quanto è amica delle Yamaha.

Dunque bisogna provarci. Con tutte le forze. I giochi sono apertissimi, mai stati così favorevoli. Bisogna che tutto funzioni perfettamente, però. Cosa si aspetta a confermare il Dovi per il 2021? Confermarlo, oppure anche liberarlo con onore, una delle due. Lo chiedo direttamente a Domenicali che vuole vincere i due titoli 2020: Andrea è la prima forza di Ducati e non da ieri, lo vogliamo mettere nelle reali condizioni di battersi al meglio delle sue possibilità?

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