Il green new deal della mobilità per salvare l'economia

Il green new deal della mobilità per salvare l'economia
Marco Berti Quattrini
Il Coronavirus ha rallentato l'impegno ambientalista globale, ma il rilancio della mobilità ecologica potrebbe essere una grande occasione. Una riflessione nella Giornata mondiale dell'Ambiente
5 giugno 2020

Oggi è la giornata mondiale dell'ambiente. In una primavera normale ci sarebbero festose manifestazioni in tutte le piazze del mondo. Ma questa primavera di normale ha ben poco. L'ambiente è un bene prezioso e da difendere, ma come si dice... "prima la salute". Il Covid è entrato nella vita del mondo eclissando ogni altro problema e monopolizzando tutte le forze che prima erano impegnate nelle più svariate battaglie, compresa quella ecologista. L'emergenza ha rimandato ogni tipo di istanza e ridisegnato le agende politiche ed economiche. 

Prima dell'arrivo del Coronavirus stavamo muovendo i primi passi (timidi e derisi) per costruire un un sistema economico, produttivo e culturale che fosse ambientalmente sostenibile. Ci preparavamo a investire più o meno ingenti risorse per fare un passo avanti, per garantire alla prossima generazione un pianeta vivibile su cui abitare.

Ora quell'impegno, quel green deal vacilla di fonte a una crisi economica globale e che colpirà duramente anche il nostro Paese. Se prima, per fare un esempio, si era preoccupati della qualità dell'aria o delle microplastiche negli oceani, oggi magari quelle stesse persone sono preoccupate di non perdere il lavoro. Il rischio quindi che l'ambiente passi in secondo piano è concreto e fisiologico. Dirci: "abbiamo preoccupazioni più grandi" è un morbido materasso su cui assopire i nostri ideali green.

Ma c'è anche un enorme "ma". Il rilancio può essere la più grande occasione che abbiamo a disposizione. Possiamo ricominciare non da dove avevamo lasciato, ma approfittare per fare un doppio passo. Far ripartire l'economia propio incentivando il cambiamento.

Un esempio virtuoso ci viene offerto dalla mobilità. Il post Coronavirus ci obbliga a evitare i mezzi pubblici per mantenere il distanziamento sociale. La risposta è stata incentivare (erogando il bonus mobilità) l'utilizzo di mezzi non inquinanti: bici, eBike, monopattini elettrici. E in parallelo si stanno anche riprogettando le nostre città, con più piste ciclabili e più aree pedonali. Due scelte che aiutano i cittadini a vivere meglio, che sostengono il settore del ciclo, quello del turismo e che salvaguardano l'ambiente.

Per concludere, torniamo al "prima la salute" da cui siamo partiti, e lo ripetiamo, ma, ricordando che la salute del genere umano è indistricabilmente connessa alla salute del mondo in cui viviamo.