1980, l'anno della BMW R80 G/S. E della Grande Svolta

1980, l'anno della BMW R80 G/S. E della Grande Svolta
  • di Luca Beatrice, critico d'arte
A quell'anno dedichiamo la prima di una serie di tre puntate dedicate alla leggendaria maxienduro tedesca, capostipite di quello che oggi è uno dei segmenti delle "due ruote" preferiti in tutto il mondo
  • di Luca Beatrice, critico d'arte
11 giugno 2020

Nel 1980, quando nasce la BMW GS - una sigla che sta per Gelande/Strasse, fuoristrada/strada - la Germania è ancora una nazione divisa in due, e lo sarà per quasi tutto il decennio. Ed è proprio il Muro di Berlino, oltre 160 chilometri lineari edificati nel ferragosto del 1961, a segnare la cultura e la società tedesca al tempo della Guerra Fredda.

Senza la divisione tra Ovest e Est, David Bowie non avrebbe scritto Heroes, non sarebbeto nati il kraut rock dei Kraftwerk e il punk di Nina Hagen, il nuovo cinema di Fassbinder, Wenders, Von Trotta, Kluge e quel mediocre film commerciale Christiane F. Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, la pittura espressionista dei Neue Wilden. Per arrivare in Germania l’autostrada, autobahn, era gratis, ci si arrivava in auto partendo magari dall’Emilia o da Rimini, come gli Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli.

Wim Wenders, registra de "Il cielo sopra Berlino"
Wim Wenders, registra de "Il cielo sopra Berlino"

Si parlava insomma di Germania Ovest e di Germania Est

Nonostante la storica vittoria della DDR ai mondiali di calcio del 1974, ospitati proprio dalla RFT, quelli dell’Ovest erano molto più forti, e infatti vinsero gli Europei del 1980 ospitati in Italia, prova generale dei mondiali del 1990, complice una scialba nazionale azzurra falcidiata dal calcio scommesse che le tolsero gli attaccanti migliori: Paolo Rossi e Bruno Giordano. In finale a Roma i tedeschi, guidati in panchina da Kaiser Franz Beckenbauer, vinsero 2-1 contro il Belgio, doppietta del gigantesco centravanti Horst Hrubesch, fortissimo di testa, piedi imbarazzanti, per la gioia del cancelliere Helmut Schmidt.

John Lennon, assassinato l'8 dicembre del 1980 a soli 40 anni
John Lennon, assassinato l'8 dicembre del 1980 a soli 40 anni

Non sono passati alla storia quegli europei nell’Italia del 1980 che pure aveva già dato i primi segnali che il terrorismo rosso, che uccise il professor Bachelet e il giudice Galli, stava finendo. Fu un anno drammatico che costò al Paese tantissimi morti: l’aereo Itavia caduto a Ustica, la strage alla Stazione di Bologna, il terremoto in Irpinia, l’esecuzione mafiosa di Piersanti Mattarella. Eppure, psicologicamente, l’Italia stava cambiando passo.

L'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini rende omaggio a una delle vittime della strage di Bologna
L'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini rende omaggio a una delle vittime della strage di Bologna

A luglio si inaugurò la prima Biennale di Architettura a Venezia, conosciuta come la mostra del postmoderno, ovvero quella tendenza per la quale finalmente si potevano fare i conti con la storia e il passato senza entrare in radicale conflitto. Per quanto riguarda l’arte, invece, c’è l’esigenza di affidare uno spazio ai giovani, alle nuove proposte, in particolare ai pittori della Transavanguardia. Nella paludata e ingessata kermesse lagunare si scorge un varco, Aperto, voluto da Achille Bonito Oliva e Harald Szeeman, i due curatori allora più influenti. Buona parte degli artisti vengono dal sud e non è un caso, c’è voglia di un nuovo meridione, perfetta sintesi tra il Genius Loci e l’aspirazione all’internazionalismo.

Peraltro la storia dimostra che il Made in Italy funziona quando parla di sé. Spiegato dunque il successo oltre confine, oltre oceano, del design, della moda, della cucina, modelli che l’Italia ha esportato per buona parte di un decennio che, pur tra molte contraddizioni, resta uno dei migliori nel secondo dopoguerra per il nostro Paese.

Sullo sfondo, il mondo sta rapidamente cambiando. Prima di lasciare la presidenza a Ronald Reagan, otto anni segnati dall’edonismo (citazione dal maestro Roberto D’Agostino), Jimmy Carter boicotta le Olimpiadi di Mosca per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Noi invece, salomonicamente, ci andiamo, e i tedeschi dell’Ovest restano a casa. L’8 dicembre a New York uno squilibrato di nome Mark Chapman aspetta John Lennon davanti a casa e lo uccide a colpi di pistola. L’ex Beatle aveva solo quarant’anni.

Ronald Reagan, il presidente Usa del capitalismo conservatore
Ronald Reagan, il presidente Usa del capitalismo conservatore

Tornando però all’Italia, due sono gli avvenimenti che ci offrono la chiave per leggere l’avvio degli anni Ottanta.

La nascita di Mediaset, il primo network televisivo commerciale, interrompe il lungo monopolio RAI e introduce un nuovo intrattenimento in grado di fare comunicazione, soldi e politica.

Il 14 ottobre a Torino va in scena la Marcia dei quarantamila: in piazza non ci sono gli operai e neppure gli studenti, ma quadri, impiegati, affiancati da cittadini che si contrappongono ai sindacati, chiedono a gran voce il “ritorno alla normalità” della città piegata dalle proteste contro la decisione della FIAT di mettere in cassa integrazione quasi 25 mila lavoratori. Contrapposta ai moti del ’68 e degli anni ’70, la marcia rappresenta l’emergere della maggioranza silenziosa, quella piccola borghesia che segnerà l’imminente stagione del riflusso che chiede lavoro e benessere, stanca dei conflitti sociali e anticipatrice della fine delle ideologie.

La manifestazione antisindacale dei 40 mila quadri Fiat
La manifestazione antisindacale dei 40 mila quadri Fiat

La fine arriverà nel 1989

Cade il Muro di Berlino, si sgretola il comunismo nell’Est europeo, gli studenti cinesi contro i carrarmati del regime a piazza Tienanmen, l’informatico Tim Berners-Lee deposita al Cern di Ginevra il suo brevetto per un iperteso dalla misteriosa sigla www.

La rivoluzione, alfine, è compiuta.

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