Moto, consigli per gli acquisti: 4 (più una) regine della velocità fuori produzione

Moto, consigli per gli acquisti: 4 (più una) regine della velocità fuori produzione
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Quella dei trecento all'ora è stata un'epopea iniziata negli anni '90 che ha prodotto moto sport-touring ancora oggi godibilissime e ricercate sul mercato dell'usato grazie anche a prezzi contenuti. Ecco le nostre 4 (più una) proposte usate e fuori produzione per la categoria “stracciapatenti”
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
14 settembre 2020

83,3 metri al secondo. Il decimale è periodico. Significa che in un secondo alla massima velocità di queste moto percorrete poco meno dell'intera altezza della Statua della Libertà, ma anche che vi servono solo due minuti e mezzo per coprire tutti i 12,6 chilometri dell'anello di Nardò. Oppure che a 110 km/h il motore di queste 4 (più una) moto epocali sonnecchia a regimi di totale riposo ma con un solo accenno alla manopola del gas è pronto a proiettare in avanti la moto, insensibile a vento, carico e pendenze. Non finisce qui: per avere prestazioni velocistiche così elevate l'aerodinamica è generalmente curatissima e protettiva, la posizione di guida distesa e la stabilità eccezionale tanto che spesso velocità di 200 km/h all'ora o più vengono scarsamente percepite dal pilota e bisogna guardare il tachimetro frequentemente per evitare che la patente finisca in brandelli.

“Le regine dei 300 all'ora” è una categoria di moto a sé, che ad alcuni sembra una nicchia pretestuosa o inutile ma che ha saputo conquistarsi una grossa fetta di pubblico, fino anche a diventare oggetto di culto forse anche marcato dal fatto che dal 2000 in poi le case produttrici giapponesi – spinte anche da timori riguardo i legislatori internazionali che iniziavano ad “insospettirsi” - siglarono un gentlemen agreement che portò le velocità massime a non oltrepassare i 299 km/h.

Si dice che non siano né carne né pesce, buone solo sul dritto, faticose e ciccione ma i possessori di questi gioielli ne parlano invece come di moto dalle quali si fa fatica a staccarsi per la loro capacità di sapere essere ottime compagne di viaggio, non tirarsi indietro in montagna, bordeggiare in città senza ribellarsi e fare una visita alle curvature spazio-temporali alla fine del rettilineo di Monza, al solo prezzo di consumi di gomme e di carburante elevati se ci si fa prendere la mano.

Tutt'altro che esercizi stilistici o tecnologici sono motociclette ancora oggi godibilissime e divertenti, specialmente traendo i vantaggi derivati dall'evoluzione degli pneumatici, sebbene prodotte anche venti anni fa: anzi, grazie all'età media, è possibile godere di reattività ai bassi regimi di motori non strozzati da invadenti normative anti inquinamento e portarsele a a casa con una spesa tutto sommato contenuta; inoltre, nonostante alcuni esemplari possano avere chilometraggi importanti, le condizioni meccaniche sono spesso eccellenti dato che riuscire a sfruttare a fondo il motore su strada è praticamente impossibile e l'unico vero limite resta una massa in genere sopra la media.

 

Ve ne proponiamo quattro più una, nel senso che la la Kawasaki ZZR 1400 è in procinto di uscire dai listini il 1 gennaio 2021 e quindi ci sembrava comunque sensato includerla nella nostra rassegna, eccole!

 

Honda CBR 1100 XX Super Blackbird

La prima ad arrivare sul mercato (1996) e ad inaugurare la categoria è lei, la “Super Blackbird” con i suoi carburatori ad alimentare un motore da 164 cavalli dichiarati. Nel 1999 arriva l'iniezione e successivamente (2002) il propulsore riceve qualche adeguamento per assolvere agli obblighi delle norme anti inquinamento, perde qualche cavallo ma non la trattabilità e la forza esplosiva. Resta una motocicletta molto affidabile - ma occhio al regolatore di tensione – ottima nella guida anche sportiva e incredibilmente facile e gestibile grazie anche alla notevole regolarità e sostegno della curva di coppia. Ne trovate diverse nei nostri annunci, sia in versione PGM-FI che carburatori.

 

Suzuki GSX 1300 R Hayabusa

La risposta della Suzuki alla Honda è decisa: nel 1999 presenta la “Busa” che con 163 cavalli e un'estetica inconfondibile sfonda il muro dei 310 Km/h. La Super Blackbird è servita e, anche se le versioni successive arriveranno ad incrementare la potenza fino ai 197 cavalli e la cilindrata a 1348 cc (2008)  dagli iniziali 1298 cc, nel 2000 l'Hayabusa si conformerà all'accordo tra le Case giapponesi e la velocità massima verrà limitata a 299. Se cercate una moto che terrà senza dubbio il proprio valore, a patto di trattarla sempre impeccabilmente, è certamente questa! Le quotazioni sui nostri annunci sono le più elevate tra tutte le regine della velocità e potrebbero essere in parte giustificate dalla solidità del progetto - ma attenzione per le prime versioni al telaietto posteriore - dalla guida sempre piacevole in ogni contesto, dall'affidabilità meccanica pronta anche a superare potenziamenti e pasticci. L'Haybusa è la più longeva delle maxi da 300 all'ora: finisce la sua corsa nel 2018 ma si vocifera di un suo prepotente ritorno...

 

Kawasaki ZX 12-R

La casa di Akashi non arretra mai di un millimetro quando si parla di prestazioni pure e presenta nel 2000 la sua ZX-12 R: forte del telaio monoscocca e di un motore che, manco a dirlo, sbalordisce per prestazioni. 176 cavalli che diventano 190 con il sistema RAM in pressione alle alte velocità. La ZX 12-R si rinnova poi nel 2002 con migliorie a motore e telaio, con un occhio di riguardo al cambio che soffriva di qualche imprecisione nella versione iniziale ed è quella che, se vogliamo, concede di più alla guida sportiva restando però sempre eclettica e confortevole. Nei nostri annunci il prezzo medio è poco oltre i 3.000 euro!

 

BMW K 1300 S

Evoluzione della sorella K 1200 S presentata nel 2004, la K 1300 S arriva nel 2009 a consacrare il marchio BMW nel regno delle sport touring velocissime con una potenza di 175 cavalli e l'accoppiata Duolever anteriore (un quadrilatero deformabile) e Paralever posteriore. È la più moderna del lotto (insieme alla Kawasaki ZZR 1400) ed anche quella che è arrivata quando la festa dei 300 all'ora era già passata da un pezzo quindi è stata venduta in numeri non troppo elevati: per queste ragioni le sue quotazioni non sono bassissime ma riflettono pienamente le grandi qualità meccaniche e ciclistiche della quattro cilindri di Monaco che in mani premurose può superare tranquillamente i 100.000 chilometri prima di mettere in conto interventi importanti.

 

Kawasaki ZZR 1400

Come dicevamo prima, la ZZR 1400 è ancora, per poco, in produzione. Nasce nel 2006 con il motore da 1351 cc e 190 cavalli (200 con l'air box in pressione) ed è subito autolimitata a 298 Km/h. Nel 2012 subisce in profondo rinnovamento sia nel motore – che diventa di 1441 cc per 200 cv – che nella ciclistica (cannotto meno inclinato e forcellone allungato) e nell'elettronica ma senza mutare il suo dna di velocissima tourer, comoda, confortevole e dannatamente in grado di dare dipendenza alle sue prestazioni erogate apparentemente senza sforzo. Alla versione standard si è poi aggiunta la ZZR 1400 Performance Sport con sospensioni, scarichi e freni più raffinati e performanti.

Nei nostri annunci la trovate sia nuova che usata ma ricordatevi che la Kawasaki ZZR 1400 sarà una delle vittime più illustri dell'euro 5, quindi presumibilmente le sue quotazioni dell'usato potrebbero anche restare sostenute a lungo.

 

Suzuki Hayabusa GSX 1300R TEST youngtimer: la più veloce del mondo
KAWASAKI ZX 12 R
BMW K 1300 S
Nuova Kawasaki ZZR 1400 2012

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