Cosa sappiamo sul ritorno della Suzuki DR-Z 400 e perché ci interessa tanto

Cosa sappiamo sul ritorno della Suzuki DR-Z 400 e perché ci interessa tanto
Nicola Andreetto
Un rendering pubblicato in Giappone da YoungMachine su un'ipotetica DR-Z 4S riaccende le speranze dei tanti estimatori di uno dei modelli cult di Suzuki. Quali sono le probabilità? L'occasione ci è ghiotta per rispolverare un po' di storia recente e capirne di più
5 febbraio 2024
Il rendering della presunta DR-Z 400 S 2025 pubblicato da YoungMachine
Il rendering della presunta DR-Z 400 S 2025 pubblicato da YoungMachine

C'è già una possibile data: 2025. Se così fosse, potremmo rivedere la dual sport di Suzuki già alla fine di quest'anno. La stimolante ipotesi arriva direttamente dal Giappone dove i colleghi di Young Machine hanno pubblicato un rendering di una plausibile DR-Z 4S, l'erede di quella che fu la gloriosa DRZ 400. Secondo i giornalisti giapponesi - che talvolta va precisato lanciano suggestioni anche fantasiose - Suzuki starebbe lavorando al ritorno di una dual sport monocilindrica con motore a quattro valvole DOHC con una quarantina di cavalli ed un peso inferiore ai 150 kg. Il look sarebbe abbastanza tradizionale per una enduro non specialistica ma allo stesso tempo decisamente più moderno rispetto alla DR-Z che fu. Il design della meccanica, invece, appare - perlomeno nel rendering - abbastanza uguale al vecchio motore che in Giappone è stato prodotto fino ad un paio di anni fa. Vale perciò la pena, secondo noi, fare un rapido ripassino di cosa è stata la DR-Z per capire che cosa eventualmente potrebbe essere domani.

L'ultima dual degli anni Novanta

"La nuova DRZ è una moto così polivalente che viene giustamente offerta al pubblico in una serie di configurazioni tali da coprire tutto il settore enduro stradale (versione S), enduro racing, supermotard (versione E) e soprattutto il settore del divertimento totale e garantito!". Così iniziava la nostra prova della dual sport Suzuki nel... 2004! Sono passati esattamente vent'anni da quel test e non nascondiamo che la cosa ci fa un po' di impressione. Al tempo per mettersi in garage la DRZ ci volevano 6.300 euro per la versione S e 7.500 Euro per la versione E che aveva la doppia omologazione delle ruote e così poteva montare anche le ruote da 17" (anziché il 21"-18") e trasformarsi facilmente con l’apposito kit distribuito da Valenti che prevedeva gomme stradali e freni a margherita in una vera Supermotard. La DR-Z era nata ufficialmente alla fine del millennio ma derivava dalla DR 350 nata dieci anni prima, nel 1990. Era un'enduro facile e polivalente che ancora oggi a distanza di trent'anni gode di tanta considerazione da parte degli appassionati (e anche di qualche redattore di Moto.it...) anche perché tra le protagoniste del "cult movie" di viaggio Mondoenduro. La "Zeta" ne era l'evoluzione sotto ogni punto di vista a partire dal monocilindrico che diventava raffreddato a liquido, ma è arrivata in un momento in cui le endurone non andavano più così tanto di moda. Si è creata però una nicchia perché come la precedente serie era facile ma allo stesso tempo era decisamente più moderna senza esagerazioni e aveva quella potenza giusta per far divertire i più esperti e non spaventare i meno smaliziati. In versione enduro divenne una delle moto preferite da chi voleva fare moto cavalcate ed enduro più di viaggio (allora non si parlava ancora di adventouring) e in versione motard era una delle prescelte da chi si avvicinava e non voleva strafare quanto avere una moto affidabile e sempre prevedibile. In molti, insomma, ne piansero la prematura scomparsa come si dice in questi casi che avvenne nel 2007 per noi italiani, molto dopo per gli amici giapponesi. Gli ultimi esemplari che si possono trovare qui da noi sono stati immatricolati nel 2009. Tant'è che ancora oggi è piuttosto ricercata nel mercato dell'usato e sul nostro sito non mancano mai annunci anche con richieste talvolta difficili da giustificare. Ma si sa che è la legge del mercato. La DR-Z aveva quaranta cavalli e pesava soltanto 137 kg a secco, l'alimentazione era a carburatore, l'avviamento elettrico e il cambio a sei marce. La posizione era quella tipica delle enduro ma riusciva ad essere un po' più comoda delle specialistiche e consentire così anche qualche trasferimento. In poche parole era una di quelle moto essenziali che oggi in molti (compreso chi scrive) rimpiangono.

L'anti Himalayan?

Ecco perché anche solo fantasticare su un suo possibile ritorno riaccende le speranze di chi magari ha già qualche chilometro alle spalle ed è allo stesso tempo una buona notizia anche per i neofiti. Il mercato in questo momento sta dando sempre più spazio alle moto facili e non impegnative che nei risultati di vendita vediamo affiancare ormai i più blasonati e costosi modelli premium. Se da un lato c'è chi desidera il massimo dall'altro c'è anche chi fa di necessità virtù e punta al minimo indispensabile oppure desidera soltanto viaggiare con l'essenziale per divertirsi. Su questo segmento le Case giappones,i che pure hanno aperto la via molti anni fa, sembrano ora leggermente attardate mentre dalla Cina e dall'India arrivano delle proposte stuzzicanti come la CFMoto 450MT o la chiacchierata Royal Enfield Himalayan che abbiamo appena provato. Soltanto Honda ha a listino per l'Italia la CRF300L e Rally, moto adventure tuttofare ed economiche che però sono in una fascia prestazionale leggermente inferiore rispetto a quello che potrebbe rappresentare un mono 400 da quaranta cavalli. Siamo dell'idea che presto arrivino dei modelli dal Giappone in grado di inserirsi in questa lotta con tutti i crismi del caso e che Suzuki non sia l'unica a lavorarci. Quanto ad elementi tangibili su questa fantomatica DR-Z 400S al momento abbiamo ben poco e possiamo solo lavorare di fantasia non avendo conferme ufficiali. Possiamo così ipotizzare che sarà sì una moto essenziale ma non potrà rinunciare a quel pizzico di elettronica ormai d'obbligo come un ABS disinseribile almeno al posteriore, controllo di trazione e chissà almeno un paio di riding mode. Azzardiamo addirittura un prezzo compreso tra i sette e gli ottomila euro. Chissà, magari ci accontentano. Intanto per i nostalgici, riportiamo qui sotto la nostra prova di vent'anni fa!

La nostra prova nel 2004!
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