Indian 8-Valve Board Track Racer: all'asta un esemplare conservato del 1914

Umberto Mongiardini
Ritrovata in Uruguay dopo decenni di abbandono in un garage, si ripropone con la patina del tempo
30 agosto 2019

Prima metà degli anni ’10, le gare di moto iniziano a spopolare, soprattutto quelle di Board Track, corse a tutta velocità su circuiti ad anello non asfaltati ma ricoperti di assi di legno, Lucchese, pilota Uruguayano decide di intraprendere la carriera motociclistica e di dotarsi di una belva dell’epoca, la Indian 8-Valve Board Track Racer del 1914.

Bella storia, vero? Peccato che quella moto, importata appositamente per quello scopo dagli Stati Uniti, non poté mai calcare i circuiti perché, vista la sua potenza rispetto la concorrenza disponibile in Sud America al tempo, non c’erano classi adatte ad essa.

Alla fine, Lucchese utilizzò la propria Indian per una serie di gare-esposizione fino a quando, con la Grande Depressione, la moto non fu ritirata in un garage e da lì in poi mai più utilizzata.

Fortunatamente, c’è un lieto fine. La moto, dopo decenni di abbandono, è stata riscoperta e, per rendere onore a una delle moto più iconiche di sempre, è stata restaurata nella meccanica, per farla tornare funzionante, mentre l’estetica è stata conservata, in modo tale da lasciarle la patina del tempo.

Oggi questo magnifico esemplare di Indian dispone della sua vernice originale per il 70% e di un fascino quasi ineguagliabile ma, soprattutto, sarà messo all’incanto tra il 15 e il 17 settembre a Monterey da Mecum e, udite, udite, senza prezzo d riserva. Se nella sala, però, dovessero esserci le persone giuste, allora, il prezzo stimato tra $ 75.000 e $ 85.000, potrebbe salire vertiginosamente.

Un po’ di storia, però, riguardo al modello in questione, non guasta: il V-twin a 8 valvole fu sviluppato da Oscar Hedstrom, Charles Gustafson Sr e Charles B Franklin tra il 1910 e il 1911 per far fronte ad una concorrenza sempre più spietata da parte di Excelsior e Harley-Davidson e per porre rimedio ai problemi delle valvole di scarico che, soffrendo il surriscaldamento da parte del motore, tendevano ad apportare seri danni al resto del propulsore. In questo modo il flusso dei gas di scarico sarebbe stato più fluido e veloce, garantendo un raffreddamento migliore e un aumento delle prestazioni, arrivando a far toccare alla moto una velocità di punta superiore ai 193 km/h.

Quando fu introdotta sul mercato nel 1911, questa moto riuscì da subito ad imporsi all’interno delle competizioni, riuscendo in quello stesso anno a conquistare i tre gradini più alti del podio al TT dell’Isola di Man, facendo guadagnare a questo modello il titolo di prima supersportiva della storia.

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