Royal Enfield Himalayan 2021. Ecco come cambia

Dopo le foto spia è arrivata la presentazione ufficiale della Royal Enfield Himalayan 2021. Il lancio è avvenuto in India, dove la 400 enduro stradale della casa di Chennai è prodotta ed era attesa; a breve dovrebbero iniziare anche le esportazioni.
In Italia dovrebbe arrivare in primavera e il prezzo partirà da 4.990 euro.
Veniamo subito alle novità del modello 2021, che si fa notare per le tre nuove colorazioni Granite Black, Mirage Silver e Pine Green a cui si aggiungono le esistenti Gravel Grey, Lake Blue e Rock Red che portano la scelta a sei colori.
Dopo il debutto sulla Meteor 350, da poco lanciata e che sta vendendo bene in patria, arriva sulla Himalayan il sistema Tripper Navigation. Tramite la connessione con lo smartphone via Bluetooth, grazie a Google Maps e all'applicazione Royal Enfield, fornisce la navigazione turn-by-turn sul cruscotto. Il relativo dispaly rotondo è stato aggiunto a fianco della immutata strumentazione.
La moto si mostra poi con il parabrezza ridisegnato, la sella più comoda, il portapacchi posteriore modificato e quello anteriore ottimizzato per il trasporto delle tanichette per la benzina.
La meccanica resta quella ben nota, quindi con il monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad aria di 411 cc. Ha ricevuto le modifiche necessarie per superare le ultime normative sulle emissioni in India e in Europa. Il modello Euro 5 fornisce la potenza di 24,3 cavalli a 6.500 giri e la coppia massima di 3,4 kgm a 4.000 giri. La velocità massima è dichiarata in 127 km/h.
Il cambio è sempre a cinque marce.
Nessuna novità anche per la parte ciclistica che conferma le medesima sospensioni (forcella teleidrualica da 41 mm e corsa di 200 mm, mono centrale progressivo con escursione ruota di 180 mm), ruote a raggi nelle misure di 21 e 17 pollici e lo stesso impianto frenante con dischi singoli da 300 e 240 mm. L'ABS è ora disinseribile sulla ruota posteriore.
Il peso in ordine di marcia è dichiarato in 199 kg, con il serbatoio che contiene 15 litri.
Secondo me un paragone ancora più calzante, per questa Himalayan, nel bene e nel male, potrebbe essere fatto con la gloriosa Lada Niva.
E' una moto con una meccanica improntata alla robustezza, le linee estetiche sono funzionali alla fruizione in ambiti svantaggiosi e all'impiego gravoso, e solo secondariamente strizzano l'occhio al mondo enduro-rally-raid...
Il mono 400 cc raffreddato ad aria è un po' povero per i nostri gusti italiani e la discreta coppia data dalla corsa lunga non sopperisce alla poca cavalleria.
Comunque è a mio avviso pregevole il lavoro fatto da Royal Enfield per adeguarlo allo standard Euro 5.
Più che all'off-road è una moto improntata all'uso su strade disastrate, ormai sempre più frequenti anche da noi, che in molti Stati dell'India sono purtroppo la prevalenza.
Inoltre è una moto studiata per essere caricata all'inverosimile, anche grazie ad un telaio da bisarca.
Questo per contro la penalizza davvero troppo alla voce peso: 199 Kg per un mono da 25 CV sono davvero tantissimi, inutile nasconderlo.
Però, per chi non ha (più) velleità velocistiche, potrebbe essere una proposta interessante.
L'estetica è molto originale, in un mercato spesso ormai omologato.
Direi che è una moto per il cui acquisto è necessaria una attenta valutazione del campo di utilizzo: non è una moto per tutti.
Secondo me sarebbe anche interessante per un impiego come "urban commuter" però il peso importante e il baricentro alto la penalizzano nell'agilità in mezzo al traffico.
E' comunque sbagliato confrontarla con altri prodotti che presentano solo una lontana analogia: TRK 500 è una moto concettualmente e tecnicamente differente, il Caballero 500 anche, oltre a costare 7.000 euro contro i 5.000 euro della Himalayan (una differenza del 30%).
Detto della robustezza meccanica (che non vuol dire necessariamente affidabilità, almeno come la intendiamo noi oggi in Europa), vorrei evidenziare che spesso la capacità di assistenza tecnica in Paesi come l'India, l'Asia in generale, ma anche il Sud America e spesso anche l'Africa (penso al Marocco, alla Tunisia, all'Egitto come anche a Nigeria e Sudafrica) oggi è ormai molto avanzata, anche sul piano elettronico.
Con l'inevitabile vincolo della effettiva disponibilità dei ricambi, soprattutto per i modelli più recenti, attualmente le officine in grado di svolgere assistenza e riparazione di veicoli sono molto più diffuse, professionalizzate e competenti rispetto anche a solo pochi anni fa... è il pregio della globalizzazione.