Speciale Sei Giorni: Intervista alla squadra junior

Speciale Sei Giorni: Intervista alla squadra junior
Un’intervista dedicata ai componenti della squadra Junior della Sei Giorni: Rudy Moroni, Nicolò Mori, Gianluca Martini
20 settembre 2012


Rudy Moroni

Cominciamo con Rudy Moroni: simpatico, sempre sorridente, amichevole. Alla prima domanda sull'età già ride.
«Ho 22 anni, sono di Bergamo e abito a Stezzano».

E' la tua prima Sei Giorni ?
Oltre ad essere emozionato è contento: «Sì ! E' bello perchè vai a correre per la tua nazione, c'è un bel gruppo, è una bella cosa».

Sei emozionato all'idea?
«Assolutamente sì, sono abbastanza emozionato e non vedo l'ora che ci sia la gara perchè voglio tenere alto l'onore dell'Italia».

Ti sei allenato in maniera particolare in questi ultimi giorni?
«No, mi alleno come sempre e cerco di usare di più la testa, più del solito almeno» ride.

Ti sei sottoposto a sessioni di allenamento più dure dopo il Mondiale (Svezia e Finlandia)?

Rudy Moroni
Rudy Moroni

«Per la verità dopo la Finlandia sono stato un po' fermo, ma poi ho ripreso negli ultimi dieci giorni».

Con chi ti alleni di solito?
«Giro intorno a casa, con i ragazzi che abitano vicino, Andrea Belotti per esempio, Giacomo Redondi e altri».

I ragazzi che si allenano con te ti hanno detto qualcosa a proposito della Sei Giorni?
«No, in effetti non siamo neanche entrati nel merito. Loro hanno scelto di non venire, o forse non esattamente loro, e basta».

Come ti sembra questa squadra?
«Cerchiamo di dare il meglio e dimostrare che noi valiamo».

Ti preoccupa il tipo di terreno che troverete in Germania?
«Più che altro ci preoccupa il tempo, dicono che pioverà e che quindi ci sarà fango... E io sinceramente preferisco l'asciutto».

Chi sarà il tuo meccanico?
«Cristian Ruggeri, con cui mi trovo bene ed è anche uno che ti carica. Io farò del mio meglio e cercherò di imparare. E' la mia prima sei giorni... mi aspettavo la convocazione e sono contento, ma anche emozionato, e voglio vivere al meglio l'avventura».

Nei prossimi giorni vi aspettano delle camminate bibliche: 50 km a piedi in 2 giorni.

«E, lo so, è la cosa più brutta, io poi cerco di passare anche 2 o 3 volte sulle speciali per guardarle bene. Al Mondiale a volte ripasso sulla stessa speciale anche 4 volte, voglio ricordarla. - e poi alza le spalle - Siamo abituati a camminare».

Come ti trovi con il resto della squadra? E con i "grandi"?
«In squadra c'è un buon rapporto con tutti: si scherza, si ride e spero che anche questo porti ad un buon risultato. Mi farò consigliare dai più grandi, da quelli che hanno più esperienza. I tecnici sanno quello che c'è da fare e tutti i piloti hanno più esperienza di me».

E tu sei uno che ascolta ?
«Beh... cerco di esserlo!» ride.


Gianluca Martini


Gianluca Martini, ha 22 anni e vive ad Aulla. Per lui è la seconda Sei Giorni dopo quella in Finlandia del 2011 ed esordisce: «Andare via per la Nazionale è sempre bello, già all'Europeo è stato bello, abbiamo vinto tutto».

Come stai fisicamente, la spalla è tornata a posto (un infortunio a Lumezzane), ti sei allenato molto?
«Mi alleno parecchio, sì, fino alla fine dell'Europeo ero abbastanza allenato, ora sto cercando di non perdere il ritmo, vado sempre in moto, cerco di abituarmi a stare per sei giorni di continuo in moto. La spalla è a posto. Ho fatto un paio di giorni in moto nel fine settimana. Andiamo via con altri piloti, qui nella mia zona, magari con Deny che abita vicino, o con Conforti. Di solito mi alleno con loro».

In Germania vi aspettano un bel po' di camminate.

Gianluca Martini
Gianluca Martini

«Davvero ! E ci sono 10 speciali – ride - e quindi dovremo camminare un bel po'...perchè direi che almeno due volte dovremo passarci. Per me è utile, memorizzo parecchio ed almeno nel primo giro la ricognizione dei giorni prima è importante. Se la sai già un po' a memoria è meglio».

Gianluca Martini preferisce i fettucciati o le linee?
«Il fettucciato, nei cross test sono sempre andato forte...però nella linea mi difendo».

Qual'è la cosa più stancante in una Sei Giorni?
«Sei giorni di gara sono duri, e bisogna prenderla bene. Io per esempio, l'anno scorso non sapevo bene come funzionava e dopo tre giorni ero già stanco. Quest'anno sono più allenato, ho capito che devo partire più piano. Sai, ogni giorno facciamo più di 150 km e dopo due o tre giorni si comincia a sentire la stanchezza, non solo fisica ma anche mentale. E' anche vero che se vai bene hai lo stimolo in più per migliorare».

Chiederai consigli? Ascolterai quello che ti diranno?
«Di solito faccio sempre di testa mia – ammette senza vergogna, al contrario - accetto i consigli, da chi mi fido di più, ma faccio sempre di testa mia...Però non mi dà fastidio se me li danno...tanto poi sono io che decido cosa fare. A volte li seguo, e sono giusti».


Nicolò Mori


Nicolò Mori, 21 anni, vive a Perugia ed è alla sua quarta Sei Giorni.

Visto che è la quarta Sei Giorni l'emozione non c'è più?
«Scherzi? L'emozione c'è sempre - e aggiunge subito con l'immancabile modestia - devo essere sincero, magari quest'anno mi hanno selezionato perchè sono mancati altri piloti e non avevo il merito, però sono contento».

Ti sei allenato? O preparato in maniera specifica?
«Non c'è stata una preparazione specifica anche perchè dopo il mondiale, fra il viaggio di ritorno, gli spostamenti, c'è stata subito la gara di Aviano e l'allenamento. La preparazione migliore rimane sempre quella delle gare».

Sei giorni in moto sono tanti però.
«La sei giorni è dura, è vero, ma è una gara diversa, non sono i percorsi delle singole prove di mondiale, e noi siamo tutti preparati. Lo sforzo principale in sei giorni è di testa: rallenti nei movimenti, nelle reazioni, e fisicamente, magari sei un po' più fiacco, dopo tutti quei giorni. Calcola che si sta in moto circa 7-8 ore al giorno».

Se però ottieni dei buoni risultati ti galvanizzi, è la mente che sostiene il fisico?
«Certo, otto ore in moto, per sei giorni, non è facile. E poi bisogna anche pensare alla moto, se va bene, o se invece hai un problema che ti devi portare avanti per sei giorni, ma è una gara talmente particolare e bella da fare che anche quando la finisci nonostante i problemi che puoi aver avuto è sempre bello. E pensi "Ho finito la Sei Giorni", è un'emozione!».

Cosa temi dai terreni tedeschi? E dagli avversari?
«Noi fra le squadre Junior magari non siamo i favoriti, poi sul fango...- e lascia in sospeso il discorso, poi riprende - dovremo forse temere la Spagna e gli svedesi che sul fango vanno forte. Vedremo».

Pronto per la grande camminata che vi aspetta in ricognizione?
Sorride «Quest'anno un po' meno. Mi ricordo l'anno scorso che siamo partiti alla domenica e abbiamo avuto più giorni per girare a piedi sulle speciali. Poi, sai, dipende anche dalle speciali, ce ne sono alcune più facili che guardi una volta sola, altre che hanno bisogno di più attenzione. Io sono uno che memorizza parecchio, magari nelle linee».

Arrivi dalla vittoria ad Aviano, nell'ultima di Under, sei in forma?
«Domenica ho vinto, ma non è che sia andato fortissimo. Ero un po' stanco dalla trasferta al mondiale, nelle ultime due speciali sono caduto come una pera...non ero più agile, però ci tenevo a far bene visto il ritiro di Matelica, volevo vincere. Il mio motoclub paga le trasferte e io ci tengo a correre e vincere per loro».

Cosa ne pensi della squadra ? (Ancora non si sapeva di Oldrati, NDA)
«Rudy è veloce, al mondiale è andato forte, direi che è l'alfiere della squadra dei "piccoli", poi sul fango c'è Martini che va forte, io e Guido speriamo di far bene».

Ma tu allora? Sei il più scarso della squadra?
«Quasi!» e si mette a ridere.


I pronostici dei componenti Junior

Rudy Moroni: «Dire l'Italia è un po' dura, la Francia è favorita, ma per l'Italia spero nel podio».

Gianluca Martini:
«La squadra è buona, l'importante è non mollare, tenere duro fino alla fine e secondo me il risultato viene fuori».

Nicolò Mori :
«La squadra è buona e credo che un bel podio ci stia. Io ci credo, sono convinto... penso che si possa fare».
 

Elisabetta Caracciolo

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