Superbike, Scott Redding: "I piloti più leggeri sono avvantaggiati"

Superbike, Scott Redding: "I piloti più leggeri sono avvantaggiati"
Carlo Baldi
Redding si sta allenando tanto ed ha perso peso, per sfruttare tutto il grip delle gomme. “Ora sono più esperto e conosco i limiti della mia moto”. Basterà per sconfiggere il Cannibale?
26 febbraio 2021

E’ tutto l’inverno che Scott Redding posta su Instagram video e fotografie dei suoi allenamenti. Sino allo scorso anno il pilota della Ducati si allenava facendo boxe, ma da alcuni mesi la “nobile arte” ha lasciato il posto alla bicicletta. Evidentemente la boxe gli aumentava la muscolatura, mentre al contrario la bicicletta gli fa perdere peso, che è quello che vuole ottenere.

In una recente intervista rilasciata a MCN, Redding ha dichiarato di essere sceso a 76 Kg. “L’anno scorso Chaz Davies ha provato ad utilizzare in gara la gomma SCX (la più morbida, quella che solitamente si utilizza nella gara sprint, NdA) ma non è riuscito ad arrivare in fondo. Piloti come Bautista o Rinaldi pesano 10 chili meno di me – ha proseguito Scott – e questo permette loro non solo di essere più veloci, ma anche di stressare meno lo pneumatico anteriore in staccata. Di conseguenza escono più velocemente dalle curve. Al contrario di quanto accade per esempio in F1 – sostiene l’inglese della Ducati - nei mondiali moto non esiste un limite di peso, e quindi essere alto e grosso rappresenta uno svantaggio”.

E proprio l’usura delle gomme e la gestione del grip rappresentano un fattore molto importante soprattutto per la Panigale V4, che secondo Redding ha dei problemi di aderenza nelle curve a lunga percorrenza. “Il grip nelle curve lunghe è uno dei nostri punti deboli, ed al contrario è uno dei punti di forza della Kawasaki. Spesso quando ho provato a stare con Rea  non sono riuscito a gestire il grip. Nonostante i miei tentativi ho capito che non era proprio possibile”.

Ciò nonostante l’inglese non nasconde le proprie ambizioni. “Posso vincere il titolo – ha dichiarato – A differenza dello scorso anno ora sono più esperto, conosco tutte le piste e mi sono adattato al format della SBK, che non avevo mai sperimentato prima”.

Su una cosa Redding è d’accordo con il suo compagno di squadra Rinaldi: “Dobbiamo affrontare un pilota che ha vinto sei titoli mondiali, che non ha mai cambiato moto e nemmeno squadra e che conosce benissimo tutte le piste. Con lui non puoi permetterti di commettere errori”. Errori come quello che ha commesso lo scorso anno ad Aragon, e che a suo parere ha rappresentato il giro di boa - in senso negativo - della stagione 2020.       

“In quella gara ho imparato a conoscere i limiti della mia moto, ed ho capito che non si possono correre rischi. E’ stato forse l’unico errore che ho commesso in tutto il campionato ma ho capito che a volte è meglio accontentarsi del secondo posto, se non puoi ottenere il primo. La costanza di rendimento è un fattore determinante. Basta vedere cosa ha fatto Joan Mir per conquistare il titolo MotoGP”. Queste le considerazioni di Redding, che se ora pesa 76 chili (ma potrebbe perderne altri) è solo a 6 Kg da Rea, che ne pesa 70.

 

Scott Redding
Scott Redding

 

Come afferma l’inglese della Ducati il peso è importante, ma noi riteniamo non sia determinante. Da sempre i piloti più piccoli e leggeri sono avvantaggiati, ma questa non è mai stata una discriminante. Lo scorso anno Redding aveva affrontato il mondiale Superbike con grande determinazione, ma come lui stesso ha ammesso ha fatto lo stesso errore del suo predecessore Alvaro Bautista: non si è saputo accontentare ed ha cercato di vincere anche quando non era possibile.

L’inglese della Ducati parla della caduta di Aragon durante gara-1 del secondo round (denominato Teruel) corso al Motorland, ma in realtà Rea lo aveva già superato in classifica al termine del primo round aragonese. Al termine delle gare di Jerez Redding aveva un vantaggio di 24 punti su Rea, ma dopo i round di Portimao e di Aragon, e quindi prima della sua caduta, ne aveva già persi 34 nei confronti del campione del mondo, che si era portato a +10. La caduta non ha fatto che peggiorare una situazione già negativa, ma soprattutto ha dato una botta tremenda all’autostima del pilota della Ducati, che ha capito che per lui il mondiale era diventata difficilissimo da raggiungere.

Il fattore determinante in tutti i titoli mondiali conquistati dal Cannibale è stata la costanza di risultati. Con quella Rea ha sconfitto prima Bautista e poi Redding. Chi lo vorrà battere dovrà ottenere sempre il miglior risultato possibile, senza ommettere errori. Difficile certo, ma non impossibile. Come ha affermato lo stesso Redding, ora ha un anno in più di esperienza ed una moto ancora più competitiva di quella dello scorso anno. Peso o non peso è lui l’avversario più ostico per il sei volte campione del mondo. Sarà proprio una bella sfida.